Manovra: agosto di lavoro, si attendono le misure

Incontro parti sociali
Secondo incontro delle parti sociali con il governo a Palazzo Chigi. (www.confindustria.it)

ROMA.- Si preannuncia un agosto di schermaglie politiche, ma anche di lavoro dei tecnici per la messa a punto delle possibili misure, per il Governo sul fronte della manovra economica. E sarà un agosto di tregua per le parti sociali che non si attendono nuove mosse de nessuna delle “due anime” del Governo prima di fine mese.  Per sindacati ed molto più probabilmente, ai primi di settembre.

E per il prossimo incontro sperano che dal Governo arrivino le due risposte che considerano necessarie perché si avvii un “confronto vero”. La prima è che al prossimo giro di tavolo ci sia una posizione univoca, con una sintesi condivisa tra l’approccio più cauto emerso dal tavolo a Palazzo Chigi (con il presidente del Consiglio, il vicepremier M5s e il ministro dell’Economia) e quello più aggressivo del tavolo al Viminale (con il vicepremier leghista e gli esponenti di Governo della Lega).

La seconda è che i “grandi titoli”, gli obiettivi preannunciati all’uno ed all’altro tavolo, vengano tradotti in misure definite, meglio se “nero su bianco”, per poterne discuterne nel merito. La compatibilità con il quadro di conti pubblici, con la stretta vigilanza di Bruxelles sulle mosse dell’Italia, resta un ostacolo serio.

Gli obiettivi indicati alle parti sociali sono ambiziosi, sia con la maggior cautela data dal ministro dell’Economia al confronto a Palazzo Chigi, sia per una manovra anche in deficit come vuole la Lega: i conti sono difficili da far quadrare in entrambi i casi. Ed a partire dall’handicap dei 23 miliardi necessari per disinnescare l’aumento dell’Iva.

Il fronte governativo di Palazzo Chigi punta ad una “fase due”, che passi per un patto concertato con le parti sociali per varare misure per la crescita e lo sviluppo sociale, e che punti sul taglio del cuneo fiscale per abbassare il costo del lavoro per le imprese e aumentare il netto in busta paga per i lavoratori.

Resta un pilastro di questa impostazione l’introduzione per legge del salario minimo, cavallo di battaglia del M5s. Il fonte governativo della Lega ribatte che per fare una manovra a costo zero ci vorrebbe il Mago Merlino e punta a strappare maggiore flessibilità di spesa all’Europa: si parte dall’obiettivo flat tax ma senza difficoltà a discutere anche di altri strumenti per ridurre la pressione fiscale, come lo stesso taglio del cuneo.

Poi stop alla Tasi ed agli 80 euro di Matteo Renzi. Che commenta: “Secondo me è una pagliacciata e c’è dietro una fregatura, nel senso che gli 80 euro sono pochi maledetti e subito e sono un aiuto per le famiglie”. Mentre il Forum delle associazioni familiari chiede di destinare questi 10-12 miliardi ad un “assegno per figlio” da 150 euro al mese fino ai 18 anni.

All’indomani del doppio round di incontri tra Governo e parti sociali il presidente di Confindustria dice no ad altra spesa in deficit. E la leader della Cisl, Anna Maria Furlan conferma che nel confronto con il Governo al di là dei titoli e degli obiettivi non ci sono ancora indicazioni precise su come si intende costruire la manovra. Le parti social attendono ora la prossima convocazione ad un tavolo.