“Sporchi la divisa”, insulti a volontario del Ghana della Croce Rossa

Umar Nuri saluta con un gruppo di amici italiani volontari della Croce Rossa.
Umar Nuri 25 anni, nato in Ghana, è in Italia con lo status di rifugiato. (ANSA)

BORGHETTO SANTO SPIRITO (SAVONA). – Quando sorride Nuri ti spara addosso i suoi denti bianchissimi e tutta la dolcezza di cui è capace. Umar Nuri ha 25 anni, è nato in Ghana, è in Italia con lo status di rifugiato perché le sue terre d’origine sono devastate dalla guerra civile. Lui, qui, lavora per una famosa azienda di giardinaggio. E poi la sera fa il volontario della Croce Rossa.

Chi lo conosce dice di lui “è di una bontà disarmante. Sempre gentile, sorridente. Il suo impegno è quello di aiutare gli altri”. L’altra sera era alla festa del paese con la sua divisa rossa. E qualcuno lo ha avvicinato dicendogli: ‘Sporchi la nostra divisa’. “Era una ragazza giovane – ricorda Nuri – io che potevo dirle? ho sorriso e ho lasciato che se ne andasse. Che vuoi che dica, è normale. Lo dicono perché sono nero”, fa lui sorridendo.

Era alla sagra di paese, a Loano, e stava distribuendo i gadget della Cri quando è stato avvicinato da una donna che gli ha sibilato quella frase. Nuri l’ha guardata e gli ha sorriso. “Per diventare volontario ha compiuto un percorso di oltre sei mesi di corsi, esami e tirocinio – spiegano dal comitato della Cri di Loano – È un lavoratore, che passa il suo tempo libero aiutando le persone e lo fa sempre con il sorriso. Quella frase non offende solo lui ma tutti noi”.

Solidarietà è giunta anche dal sindaco Luigi Pignocca: “Frasi di una gravità assoluta. La storia di Nuri rappresenta un perfetto esempio di integrazione e un modello di comportamento per tutti noi. Lo invito insieme ai suoi colleghi a venirmi a trovare in Comune, sarà un piacere ringraziarli”.

Umar Nuri è scappato dal carcere in Libia dove è rimasto oltre un anno. E’ arrivato in Italia con i barconi. Solo al mondo, aveva un sogno: lavorare. Oggi, la mattina si alza presto e, presa la bicicletta, conquista il suo mondo. Alle 7 è alle serre e non conterà mai tutte le ore che lavora. Chiama tutti ‘fratello’ e ‘sorella’. Poi, al pomeriggio, va alla Croce Rossa: “Sono voluto diventare volontario perché mi hanno salvato dal mare, voglio fare qualcosa per loro”.

La sera se ne torna al centro. Qualche volta gioca a pallone: è attaccante, ambidestro, ottimi piedi, ‘sente’ la porta. Gioca davvero bene, è la star della squadra nata a Borghetto S.Spirito: sono tutti neri e giocano un calcio matematico, esplosivo, efficace. Spesso va in gol, Nuri. E le sue urla di gioia schiacciano, cancellano, inghiottono tutto il razzismo del mondo.

(di Chiara Carenini/ANSA)

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