70 anni NBA: Magic, Jordan, Kobe, stelle del pianeta basket

Marco Belinelli
Martco Belinelli, il primo italiano a vincere un campionato della NBA con San Antonio Spurs nel 2014.(numberFire)

ROMA. – 70 anni sul pianeta dell’iperbasket. La NBA come tale nacque nel 1949, dall’unione delle due leghe cestistiche attive negli States nell’immediato dopoguerra, la “Basketball Assocation of America’”(Baa) e la “National Basketball League”(Nbl). Non fu l’unica fusione nella storia di questo campionato, visto che poi, a metà degli anni Settanta, venne assorbita l’Aba in cui giocavano fra gli altri i Nets dell’immenso Julius Erving, i San Antonio Spurs e i Denver Nuggets.

Nel corso degli anni, anche se vi partecipano solo team targati Usa e i canadesi Toronto Raptors, che quest’anno hanno conquistato il loro primo anello di campioni, la NBA è diventata un torneo globale, una sigla di tre lettere che nel mondo, e anche per chi non ne è appassionato, significa pallacanestro.

La NBA è il desiderio di ogni ragazzino che si cimenta con il pallone a spicchi, è il sogno americano, è la tappa obbligatoria, al Madison Square Garden, di ogni viaggio a New York, sognando magari lo Staples Center e i Lakers per chi si spinge fino a Los Angeles.

E non potrebbe essere altrimenti, visto che con la canottiera oro-porpora sono scesi in campo, nel corso dei decenni, fenomeni come George Mikan, Jerry West, Wilt Chamberlain, Kareem Abdul Jabbar, Magic Johnson, James Worthy, Shaquille O’Neal, Kobe Bryant e ora Lebron James.

La NBA, resa popolare in Italia dalle telecronache di Dan Peterson e dalle sfide tra “Magic” Johnson e Larry Bird, nel duello infinito LA-Boston che ha fatto la storia della lega prima dell’inizio della dinastia del Migliore, i Chicago Bulls di “Air” Michael Jordan, che negli anni ’90 era lo sportivo in assoluto più popolare nel mondo.

C’è stata anche l’era di San Antonio e di Tim Duncan, cinque titoli e il fuoriclasse di ieri che ora torna per fare il viceallenatore al posto di Ettore Messina, uno dei due coach italiani sbarcati nel Lunapark del Basket. L’altro è Sergio Scariolo, quest’anno vincitore del campionato come assistente allenatore di Toronto prima di tornare a fare, part time, il ct della Spagna.

E a proposito di nazionali, cosa sia la NBA e quanto valga rispetto al resto del mondo lo si è visto all’Olimpiade di Barcellona 1992, quando gli americani crearono il Dream Team, quello autentico, e diedero cinquanta punti a tutti.

Ma la NBA va ricordata anche per essere stato il primo campionato a far giocare gli afroamericani, nel 1950 e quindi in un’epoca in cui negli States c’era ancora la segregazione razziale. Ed è anche la lega con il primo proprietario di colore di una franchigia, perché Michael Jordan si è comprato i Charlotte Hornets, team della sua amata North Carolina.

Nel frattempo è diventato un torneo globale, trasmesso in 212 nazioni e 42 lingue, e in cui ci sono giocatori di tutto il mondo. Fra loro un italiano che si è messo al dito l’anello di campione, ed è un record che nessuno potrà togliere a Marco Belinelli, “guardia” di tante squadre ma con il cuore solo a San Antonio.

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