Migranti: Alan Kurdi a sud di Lampedusa. Salvini: “Ricatto Germania”

La Alan Kurdi in una foto d'archivio.
La Alan Kurdi in una foto d'archivio. ANSA/FABIAN HEINZ

ROMA. – L’obiettivo dichiarato era arrivare a Lampedusa. Ma, giunta in prossimità delle acque italiane, la Alan Kurdi, nave della ong tedesca Sea Eye con 40 migranti soccorsi a bordo, ha ricevuto la visita dai militari della Guardia di finanza, che hanno consegnato al comandante il decreto di divieto di ingresso nel mare nazionale firmato da Matteo Salvini e dai colleghi Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli.

Il ministro dell’Interno ha quindi attaccato la Germania accusandola di “ricatto” ed ha minacciato: “se entrano in acque italiane prenderemo possesso di quella imbarcazione. Stiamo giocando a rubamazzo? Basta, mi sono rotto le palle. Le navi saranno requisite e saliremo a bordo”.

E in serata nuovo salvataggio di una ong: la spagnola Open Arms ha preso a bordo 52 persone, tra cui 16 donne e 2 bimbi. “Ora abbiamo bisogno di un porto sicuro”, chiedono anche loro. Intanto, in Libia chiusi tre centri di detenzione per i migranti: Tajoura, colpito da un raid delle truppe di Khalifa Haftar che ha fatto 53 vittime, Misurata e al Kohms. Già avviate le procedure di espulsione dei detenuti che potrebbero tentare la traversata in mare.

E così, conclusa la telenovela Gregoretti, se ne aprono subito altre. La Alan Kurdi ha navigato tutta la notte decisa ad arrivare sull’isola pelagica. “Stiamo andando – aveva spiegato la capo missione Barbara Held – a Lampedusa e spero che troveremo un porto sicuro che definitivamente non è in Libia. Le persone soccorse ci hanno detto che prima di tornare in Libia preferirebbe affogare in mare. Non lasceremo che ciò accada”.

A bordo anche tre bambini, due donne, di cui una incinta e due sopravvissuti all’attacco al centro di Tajoura. Uno dei bimbi, di tre anni, ha informato Held, ha una ferita di 10 centimetri sulla spalla causata da un’arma da fuoco. Molti hanno raccontato di “terribili esperienze” passate in Libia.

Il ministro dell’Interno spara in direzione Berlino. “C’è – rivela – una novità squallida e disgustosa: è in atto l’ennesima provocazione nel Mediterraneo. Sto raccogliendo elementi ma dimostreremo al mondo che non abbiamo lezioni da prendere: si comportano davvero in maniera meschina i perfettini che vorrebbero dare lezioni al mondo”.

Il riferimento è alla Germania, uno dei Paesi che si erano fatti avanti per accogliere parte dei 115 migranti sbarcati ieri ad Augusta dalla nave Gregoretti della Guardia Costiera. “Mi hanno girato una e-mail – informa Salvini – che arriva dalla Commissione europea in cui c’è un ricatto da parte del Governo tedesco che si era impegnato a prendere 30 immigrati della Gregoretti: dicono che li prendono se facciamo sbarcare i 40 della Alan Kurdi”.

Niente da fare, è la risposta. “Governo tedesco avvisato mezzo salvato, ong avvisata mezza salvata: se entrano in acque italiane prenderemo possesso di quella imbarcazione. Non accettiamo ordini e invasioni. Nel Mediterraneo ci sono 5 navi ong in questo momento che vorrebbero entrare in Italia. Se entrano in acque territoriali italiane, le sequestriamo una per una. Vediamo chi si stanca prima”, avverte inviperito Salvini.

La nave di Sea Eye, per tutto il pomeriggio staziona a circa 20 miglia a sudest di Lampedusa. In attesa di una soluzione è probabile che nelle prossime ore vengano fatti sbarcare i bambini e la donna incinta. Per gli altri, c’è la solita attesa della lista dei Paesi europei disponibili a farsi carico ciascuno di una quota dei naufraghi.

Anche la nave di Proactiva Open Arms ha salvato migranti su un gommone alla deriva tra la Libia e Lampedusa. Ora chiedono un porto di sbarco. C’è da immaginare che un nuovo decreto di divieto d’ingresso in acque italiane sarà presto firmato al Viminale.

(di Massimo Nesticò/ANSA)

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