Nasce l’infermiere di parrocchia, accordo tra Cei e Asl

Infermiera accompagna una anziana abbracciandola.
Infermiera accompagna una anziana. (ANSA)

ROMA. – Nasce, come progetto pilota in tre regioni italiane, ‘l’infermiere di parrocchia’: avrà l’obiettivo di intercettare i bisogni dei cittadini più deboli ed emarginati, per varie ragioni non facilmente raggiunti dalla Sanità pubblica. La novità è frutto di un accordo tra la Cei e l’Asl Roma 1, ma che si realizzerà anche in altre due diocesi: ad Alba, nelle Langhe piemontesi, e a Tricarico, in Basilicata.

L’infermiere di parrocchia sarà una figura qualificata inviata dalla Asl nelle parrocchie che, confrontandosi costantemente con un coordinatore parrocchiale di pastorale della salute e intercettando così richieste e bisogni, si incaricherà di attivare procedure e servizi utili per affrontare le tante realtà di sofferenza e di malattia. Dopo un anno di pianificazione, l’accordo è stato firmato in questi giorni e la sperimentazione nelle realtà interessate partirà a settembre.

“I modelli di sanità stanno cambiando in Italia” come sta mutando anche “il tessuto sociale” e per affrontare “le prossime emergenze”, “le cosiddette cronicità”, come ad esempio l’Alzheimer o una “situazione terminale magari di derivazione oncologica”, la parrocchia si offre come “luogo di incontro tra queste necessità e il Servizio sanitario nazionale”, per evitare che la malattia diventi un’altra “fonte di povertà”, un “ulteriore discrimine”, generando “una nuova cultura dello scarto”, ha evidenziato a Vatican News don Massimo Angelelli, direttore l’Ufficio nazionale per la Pastorale della salute della Cei, firmatario dell’intesa.

“Un’iniziativa meritoria e lungimirante – afferma Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up – che colma un vuoto assistenziale e rappresenta molto più di un mero accordo tra Servizio sanitario nazionale e Chiesa cattolica”.

Nel progetto “si concretizza infatti l’ideale di presa in carico e di cura dei cittadini che non sono in qualche modo raggiunti dalla sanità pubblica, sia per ragioni di emarginazione e/o disagio, sia perché si trovano a confrontarsi con malattie croniche invalidanti o terminali. Situazioni limite che si presentano all’improvviso lasciando le persone più fragili sole o comunque poco protette”.

“Per gli infermieri Nursing Up si tratta di una novità molto interessante – prosegue De Palma – perché rispecchia la mission dei professionisti sanitari, cioè quella di intercettare la domanda di assistenza, soprattutto proveniente dai più deboli e da chi non ha neanche la forza di esprimerla. Il microcosmo parrocchiale, dal canto suo, parte dalla necessità di avvicinare le fasce più marginali ma ha anche la grande capacità conoscere il territorio e di avvicinare le persone”.

Ora, aggiunge il presidente del Nursing up, “sarà importante seguire gli sviluppi dell’iniziativa e interpellare anche i professionisti sanitari coinvolti affinché il progetto si possa estendere in tutta Italia, in particolar modo penso alle zone rurali e/o più sperdute geograficamente, andando a colmare quel vuoto assistenziale altrimenti inascoltato”.

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