Fast food alle Terme di Caracalla, dal Mibac sospensione al cantiere

Terme di Caracalla in notturna a Rome
Terme di Caracalla in notturna a Rome. ANSA/ ANGELO CARCONI

ROMA. – Da domani il cantiere a ridosso delle Terme di Caracalla dove si stava lavorando alla realizzazione di un gigantesco fast food della catena McDonald’s si ferma. Il ministero per i Beni e le attività culturali con un atto firmato dal direttore generale della Direzione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Gino Famiglietti, ha disposto la sospensione dei lavori. Il provvedimento è già stato notificato dai militari dell’Arma alla ditta esecutrice.

Una decisione ferma che raccoglie il plauso generale. Il Mibac era già intervenuto “prontamente” per annullare, in autotutela, la procedura autorizzativa per la costruzione. Ora il vero e proprio stop. E già nei giorni scorsi, il ministro Alberto Bonisoli aveva fatto capire l’aria che tirava sul tema: “Non mi piace l’idea così come non mi piaceva l’idea di una ruota panoramica davanti agli scavi di #Pompei. Il nostro patrimonio culturale merita di essere trattato bene, in modo dignitoso, con garbo, attenzione e tanto rispetto”.

Immediato anche il plauso della sindaca Virginia Raggi: “Avanti con Mibac per stop costruzione fast food nell’area archeologica delle Terme di Caracalla. Le meraviglie di Roma vanno tutelate” twitta.

La decisione del Ministero è stata preceduta da una serie di contatti telefonici tra il Campidoglio e il Mibac che hanno condiviso la necessità di una valutazione politica del progetto, prima che burocratica o amministrativa. E hanno manifestato le stesse preoccupazioni per un progetto che rischiava di impattare in modo irrimediabile su un’area archeologica e storica unica al mondo.

Il progetto aveva già suscitato perplessità da parte dei residenti della zona, una delle più belle della Capitale. In molti trovavano improprio installare il fast food vicino ad uno dei siti archeologici più importanti dell’antica Roma. Certo dei 10 mila metri quadri destinati al Mc solo 800 avrebbero dovuto essere dedicati alla ristorazione (circa 250 posti), con tanto di McDrive, e 180 metri quadri, invece, occupati da una serra per mantenere il legame con l’ex vivaio Eurogarden che si trovava in quel punto.

Soddisfatto il Codacons che rivendica il via alle proteste. Dice il presidente Carlo Rienzi: “Ora rimane da capire chi ha fornito autorizzazione ad un progetto così assurdo e in violazione delle stesse disposizioni del Comune, ed elevare le dovute sanzioni nei confronti dei funzionari responsabili”.

Slow Food Roma con oltre 60 associazioni e gruppi in rappresentanza della società civile accoglie con sollievo e soddisfazione la notizia e si impegna: “a non abbassare la guardia per evitare che un luogo storico, un patrimonio culturale che appartiene a tutta la collettività, sia sfregiato dalla presenza di un McDrive. Oltre trent’anni fa una analoga battaglia per evitare l’apertura di un locale con il marchio della M dorata in piazza di Spagna ha dato l’impulso alla nascita di Slow Food”.

(di Cinzia Conti/ANSA)