Carabiniere ucciso, Elder mai bendato. Procura: “Massimo rigore”

Christian Gabriel Natale Hjorth uno dei due cittadini americani fermato per l'omicidio del vicemaresciallo Mario Cerciello Rega, bendato, con le mani legate e il capo chinato
Christian Gabriel Natale Hjorth uno dei due cittadini americani fermato per l'omicidio del vicemaresciallo Mario Cerciello Rega, bendato, con le mani legate e il capo chinato, 28 luglio 2019 ANSA

ROMA. – “Elder non è stato assolutamente bendato e legato”. Arriva nel corso della conferenza stampa al comando provinciale dei carabiniere un nuovo tassello della vicenda legata alla foto, che ha fatto il giro del mondo, in cui appare Natale Hjorth, l’altro cittadino americano fermato per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, con una benda azzurra sugli occhi, seduto, con il capo chino in una stanza della caserma di via In Selci.

Le indagini interne all’Arma hanno già portato ad individuare le persone che erano presenti in quella stanza, almeno tre sono visibili dall’immagine, e il trasferimento di almeno un sottoufficiale a “ruolo non operativo”. Ma c’è di più. Il comandante provinciale Francesco Gargaro ha spiegato che gli accertamenti svolti hanno escluso che l’altro fermato, Finnegan Lee Elder, sia stato sottoposto a bendaggio nelle ore precedenti all’interrogatorio durante il quale, poi, ha ammesso di avere sferrato le coltellate mortali.

La vicenda è all’attenzione anche dei magistrati di piazzale Clodio che hanno avviato un’indagine. Accerteremo i fatti “senza alcun pregiudizio e con il rigore già dimostrato da questa procura in altre analoghe vicende”, ha puntualizzato il procuratore facente funzioni, Michele Prestipino. I pm della capitale nell’accertare quanto accaduto dovranno in primo luogo individuare “la più adeguata qualificazione giuridica” da contestare alle persone coinvolte.

In base agli elementi raccolti, l’autore della foto (forse scattata da un terrazzino attiguo all’ufficio) non sarebbe la stessa persona che l’ha veicolata poi utilizzando alcune chat. Le fattispecie penali contestate potrebbero, quindi, essere diverse: abuso d’ufficio, violenza privata, maltrattamenti i reati ipotizzabili fino, secondo alcuni, alla violazione dell’articolo 13 della Costituzione che recita, tra l’altro, che non è “ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”.

L’immagine del ragazzo potrebbe anche diventare un prezioso strumento in mano alle difese. Su quanto avvenuto nella tarda serata del 26 luglio nella caserma che ospita il nucleo investigativo dei carabinieri la Procura ha ribadito che i due “indiziati sono stati individuati e interrogati dai magistrati nel rispetto della legge. Gli interrogatori sono stati effettuati con tutte le garanzie difensive, alla presenza dei difensori, dell’interprete e previa lettura di tutti gli avvisi di garanzia previsti dalla legge. Gli interrogatori sono stati anche registrati”.

E ai giornalisti americani presenti alla conferenza stampa che evocavano la vicenda di Amanda Knox, il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino ha puntualizzato: “Siamo a Roma, la procura di Roma è abituata a trattare indagati di qualsiasi nazionalità ed etnia in continuazione. Per noi i cittadini di fronte alla legge sono tutti uguali”.

(di Marco Maffettone/ANSA)

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