In Italia ancora sessantamila scomparsi, la maggior parte minori stranieri

Un fermo immagine del programma Rai "Chi l'ha visto?"
Un fermo immagine del programma Rai "Chi l'ha visto?"

ROMA. – In Italia ci sono 59.044 persone ancora da rintracciare, a fronte di 230 denunce di scomparsa dal 1974 ad oggi. “Come se una città di media grandezza da domani diventasse disabitata”, per utilizzare le parole del commissario straordinario, Giuliana Perrotta, che questa mattina ha presentato alla Camera la 21/ma relazione sulle persone scomparse. Oltre i due terzi delle persone da rintracciare, il 67%, sono minori stranieri, un dato che però è in calo nel primo semestre del 2019.

“E’ incredibile come siamo passati dalle 35mila denunce di scomparsa di minori stranieri nel 2015 alle 2.000 del primo semestre del 2019 – spiega il ministro dell’Interno, Matteo Salvini -. Evidentemente avere un approccio più rigoroso significa evitare anche tante scomparse. Che fine hanno fatto quei 35mila ragazzini scomparsi nel 2015? Quanti sono stati avviati alla prostituzione, o quanti oggi sono pusher degli spacciatori del quartiere?”.

Nell’ultimo semestre le denunce di scomparsa sono state 6.761, con una media di oltre 1.000 denunce al mese. Il 54% degli scomparsi sono minori, con il 59% di stranieri. “Le denunce di scomparsa di minori stranieri – ha spiegato il commissario – sono ancora in numero superiore rispetto a quelle degli italiani, a dimostrazione che il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati che arrivano nel Paese e si allontanano dai centri senza lasciare traccia è ancora rilevante benché in diminuzione rispetto agli anni 2015-2017)”. Il 63% delle persone scomparse da gennaio ad oggi è stato rintracciato (82 morti).

L’allontanamento volontario è ancora la principale motivazione della scomparsa (nel 75% dei casi), seguito dall’allontanamento da istituto o comunità (6,2%), possibili disturbi psicologici (6,2%), sottrazione dal coniuge (0,8%) o possibili vittime di reato (0,4%). “Si osserva – spiega il prefetto Perrotta – che la ‘motivazione non determinata’, nella quale rientravano tutti quei casi denunciati in passato quando non era previsto che nella denuncia vi fosse l’obbligo di indicare la motivazione della scomparsa, e che quindi non dovrebbe essere più presente attualmente, viene riportata in 748 casi”, pari all’11,4% delle denunce.

Durante la presentazione, il commissario ha esposto anche le iniziative avviate e annunciate, a partire dal progetto di informatizzazione dei dati e delle denunce, con la creazione di un database al quale dovrebbero avere accesso, con aree riservate, gli operatori istituzionali, compresi i medici legali e le Autorità Giudiziarie. La piattaforma potrebbe essere anche aperta ai familiari delle persone scomparse ed, eventualmente, ai cittadini che vorrebbero fare segnalazioni.

Tra i progetti già avviati, anche la Consulta nazionale delle persone scomparse, alla quale siedono le principali associazioni di volontariato che operano nel settore. Proposto, infine, anche un nuovo protocollo con il capo della polizia, sottoscritto nel 2008 e scaduto a giugno 2009.

(di Domenico Palesse/ANSA)

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