Sequestrata dai Pasdaran la nave emiratina scomparsa

guardie scortano petroliere
Guardie rivaluzionarie iraniane scortano un petroliere nel Golfo Pérsico (ANSA/AP Photo/Vahid Salemi, Fi

ROMA. – Dopo tre giorni si chiarisce il mistero della nave-cisterna emiratina scomparsa nelle acque iraniane vicino allo Stretto di Hormuz. A sequestrarla sono state le Guardie della rivoluzione iraniane, in un nuovo capitolo di quella che assomiglia sempre più ad una nuova “guerra delle petroliere” sullo sfondo delle tensioni fra l’Iran e gli Usa.

In controtendenza con questi preoccupanti sviluppi, il presidente Hassan Rohani e il suo omologo francese Emmanuel Macron, che nelle ultime settimane si è messo alla testa degli sforzi diplomatici per cercare di salvare l’accordo sul nucleare del 2015, sono tornati a parlarsi al telefono per la seconda volta in meno di due settimane.

L’Iran, ha affermato Rohani, è deciso a “tenere tutte le porte aperte” per mantenere in vita l’intesa. Ma allo stesso tempo ha chiesto ai Paesi europei di “accelerare i loro sforzi” per contrastare gli effetti sulla Repubblica islamica delle pesantissime sanzioni varate dal presidente americano Donald Trump dopo che, nel maggio del 2018, decise di uscire dall’accordo.

Le contraddittorie iniziative dell’Iran sollevano tuttavia qualche dubbio sulle intenzioni dei diversi gruppi di potere ai vertici della Repubblica islamica. Nei giorni scorsi, proprio mentre Macron cominciava la sua offensiva diplomatica, il sistema giudiziario iraniano, roccaforte dei conservatori, dava notizia dell’arresto di una cittadina franco-iraniana, la ricercatrice di Siences Po Fariba Adelkhah.

E oggi è arrivata la conferma che la nave-cisterna ‘Riah’ degli Emirati Arabi Uniti, tra i più fidati alleati degli Usa nella regione, è stata fatta prigioniera dai Pasdaran con i suoi 12 uomini d’equipaggio.

La scomparsa della nave era stata segnalata domenica nei pressi dello Stretto di Hormuz, quando aveva spento il suo transponder senza lanciare alcun Sos. Ieri, senza farne il nome, il ministero degli Esteri iraniano aveva detto che una nave-cisterna straniera era stata trainata in un porto iraniano perché “in avaria”. Ma oggi i Pasdaran, anch’essi senza nominarla, hanno detto di avere sequestrato un tanker con un milione di litri di petrolio, che hanno accusato di voler contrabbandare fuori dalla Repubblica islamica.

La conferma che si trattava della ‘Riah’ è venuta da un video diffuso dalle stesse Guardie della rivoluzione in cui si vede chiaramente il nome del natante mentre due lance dei Pasdaran le girano intorno ad alta velocità.

Secondo alcuni potrebbe trattarsi di quella risposta, “al momento e nel luogo opportuno”, promessa dalla Guida suprema Ali Khamenei al sequestro di una petroliera iraniana avvenuto il 4 luglio a Gibilterra con l’intervento delle forze speciali britanniche. Un modo, insomma, di affermare la capacità dei Pasdaran, fedelissimi dello stesso Khamenei, di mettere a rischio le rotte petrolifere del Golfo Persico.

La scorsa settimana la Gran Bretagna aveva detto che lance dei Pasdaran avevano cercato di bloccare una petroliera di Londra, mentre gli Usa accusano Teheran per i sabotaggi di sei navi cargo e petroliere avvenuti nella regione tra maggio e giugno. Affermazioni che Teheran respinge.

Per far fronte ai ripetuti incidenti, gli Usa propongono ai Paesi alleati di dare vita ad una forza navale congiunta che, come durante la guerra fra Iran e Iraq negli anni Ottanta, garantisca la sicurezza delle rotte marittime. “Lavoreremo molto energicamente con i nostri partner” in questo senso, ha affermato il generale Kenneth McKenzie, capo del Comando centrale americano.

Lascia un commento