Il Cremlino assicura: “Mai dato soldi alla Lega”

Matteo Salvini, a quell'epoca segretario della Lega, di fronte al Cremlino indossando una maglietta con la faccia di Putin.
Matteo Salvini, a quell'epoca segretario della Lega, di fronte al Cremlino indossando una maglietta con la faccia di Putin. (Foto archivio)

MOSCA. – La Russia “non ha mai dato sostegno finanziario a nessun politico o partito politico in Italia”: di fronte allo scandalo dei presunti finanziamenti russi alla Lega di Matteo Salvini, il Cremlino torna a professarsi del tutto estraneo alla vicenda. In un’intervista all’ANSA, il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, assicura che la Russia non ha “mai, mai” tramato per far arrivare il denaro di Mosca alla Lega.

L’inquietante conversazione all’hotel Metropol svelata dalle inchieste dell’Espresso e di BuzzFeed fa però sorgere più di un dubbio a proposito e le autorità italiane hanno da tempo lanciato un’indagine, già entrata nella fase degli interrogatori e delle audizioni. Il Cremlino si dice di fatto pronto a collaborare con gli investigatori italiani. “C’è una base giuridica per la cooperazione che può essere attivata in qualsiasi momento su richiesta delle parti”, spiega Peskov.

Ma quale vantaggio darebbe collaborare con il Cremlino considerando che si sospetta che la presunta trattativa per finanziare la Lega sia stata organizzata proprio dal vertice del potere russo? Probabilmente nessuno. Potrebbe semmai servire ai russi per tentare di sviare le indagini.

Nell’ormai famigerata conversazione al Metropol, a cui partecipò anche l’uomo di Salvini in Russia, Gianluca Savoini, i russi tirano in ballo un membro di spicco del partito di Putin ‘Russia Unita’: l’avvocato ed ex deputato Vladimir Pligin. Dicono addirittura di aspettare il suo ritorno a Mosca per avere “luce verde” all’affare.

“Lo conosciamo abbastanza bene – sottolinea Peskov – ma non sappiamo quale sia il suo ruolo in questa conversazione che ha avuto luogo in un hotel. Ed è una questione che non ci riguarda”, taglia corto. Pligin è ritenuto molto vicino a un personaggio potentissimo in Russia: Dmitry Kozak, vice premier con delega al settore del petrolio e del gas.

E i tre russi e i tre italiani della conversazione al Metropol sembrano proprio discutere di una compravendita di petrolio per il presunto finanziamento alla Lega in vista delle elezioni europee. Secondo l’Espresso, inoltre, il giorno prima del colloquio nell’albergo di lusso a due passi dalla Piazza Rossa, Salvini e Kozak si sarebbero incontrati proprio nello studio di Pligin.

Kozak però smentisce la notizia. E Peskov, da parte sua, minimizza sull’amicizia tra Pligin e il vice premier russo. “Sono solo dicerie”, afferma. Poi, quando gli si fa notare che – secondo i media russi – i due hanno studiato assieme all’università di San Pietroburgo e hanno fondato insieme una società giuridica negli anni Novanta, ribatte che si tratta di “una questione loro personale”. In ogni caso, sottolinea, il Cremlino non sa “nulla di questo”. La linea difensiva di Mosca appare ormai chiara.

(di Giuseppe Agliastro/ANSA)