F1: tra errori e super Leclerc. Il caso Vettel in Ferrari

Vettel col team Ferrari
Vettel e i membri del team Ferrari sul circuito di Spielberg. EPA/VALDRIN XHEMAJ

ROMA. – C’era una volta Sebastian Vettel, l’uomo del miracolo Red Bull sbocciato sotto il diluvio di Monza nel lontano 2008 e salito nell’Olimpo del Circus grazie alla magica notte di Abu Dhabi. Una gara spartiacque nella strana corsa dei destini in Formula 1, quella del novembre 2010, che vide l’allora giovanissimo tedesco spezzare il sogno Mondiale diFernando Alonso alla Ferrari e avviare la sua lunga cavalcata iridata con ben quattro sigilli di fila.

Un exploit che convinse Maranello a sceglierlo come l’erede degno e designato del connazionale Michael Schumacher e che oggi, invece, alla luce di una lunga serie di errori e delusioni sembra il lontanissimo parente del driver dei bei tempi della ‘scuderia da bere’.

L’ultima ‘catastrofe’ di Vettel quella di ieri a Silverstone, in uno dei templi dell’automobilismo, con il tamponamento proprio ad una Red Bull, quella del ‘terribile’ olandese Max Verstappen: si aggiunge ad una serie di svarioni in pista collezionati nell’ultimo anno solare.

Tutto cominciò proprio a Hockenheim dove il 22 luglio del 2018 il tedesco della Ferrari uscì banalmente di pista mentre era in testa alla corsa e oltre a perdere la possibilità di vincere perse la testa del Mondiale compromettendo il resto del campionato che finì nelle mani di un Hamilton allora in difficoltà.

Un lungo momento di crisi per Vettel forse schiacciato dal peso di guidare una Ferrari che non vince tra troppo tempo, per cui radio paddock da tempo parla anche di un possibile clamoroso ritiro dalle corse a fine anno, che coincide con l’ascesa a Maranello dell’ultimo arrivato Charles Leclerc.

Il monegasco ieri ha dato una ulteriore prova del suo talento battagliando da campione con Verstappen e assestando forse il sorpasso più bello dell’anno ai danni dell’altra Red Bull di Gasly.

Una situazione ormai diventata un fatto che in Ferrari pone inevitabilmente un problema di leadership tra piloti. Difficoltà ammesse dallo stesso team principal di Maranello Mattia Binotto: ”Sebastian è un professionista ed è consapevole delle sue difficoltà ed altrettanto consapevole che per lui rappresenta uno stimolo, lo dobbiamo aiutare in questo, a cercare la vettura, l’assetto, il bilanciamento migliore per le sue esigenze”.

“ Ribadisco che lo stimolo per lui deve essere quello che aveva un buon passo in gara e ripartire da lì. Non c’è da insegnargli nulla, sa quanto è importante non commettere certi errori, per la squadra, per i punti. Sono sicuro che saprà reagire da solo”, aggiunge Binotto.

Una reazione auspicata in vista soprattutto del prossimo Gran Premio di Germania, quello di casa per Vettel, dove ‘SuperSeb’ avrà l’occasione di fronte ai suoi tifosi di smentire tutti.

Intanto, però, le Mercedes sono sempre più lontane e i tifosi della Rossa sembrano sempre più innamorati dell’astro nascente Leclerc che dopo lo show di Silverstone viene già paragonato all’indimenticato Gilles Villeneuve per il suo modo di guidare e non mollare mai.

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