Alex attracca a Lampedusa, Salvini non autorizza lo sbarco

Lampedusa. Attracco della Alex con i migranti a bordo.
Lampedusa. Attracco della Alex Elio Desiderio

ROMA. – Quella andata in onda è stata la cronaca di un’altra giornata di scontri furiosi e di parole grosse volate tra una Ong e il vicepremier Matteo Salvini, ma anche di alta tensione nel governo con uno scontro tra Difesa e Viminale. Stavolta al centro delle polemiche è il veliero Alex di Mediterranea Saving Humans con a bordo 41 persone tutte provenienti dalla Libia – 13 sono state fatte sbarcare ieri – che nel pomeriggio ha deciso di forzare il blocco imposto dal nostro governo e di attraccare a Lampedusa.

E a calmare le acque non è servito nemmeno il ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer, che ha scritto al collega Salvini, chiedendo di rivedere la sua politica migratoria. Nè il fatto che la Germania si è detta pronta ad accogliere alcuni dei migranti che si trovano a bordo delle due navi delle ong al largo di Lampedusa, oltre alla Alex anche la ‘Alan Kurdi’, a cui oggi una motovedetta della Guardia di Finanza ha notificato il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane.

In serata la Capitaneria di porto ha bloccato il traghetto di linea Cossyra che, partito da Porto Empedocle, stava per giungere a Lampedusa: si trova al largo dell’isola e non può entrare in porto; la banchina è infatti occupata dal veliero Alex. Quanto a quest’ultima, la situazione a bordo, divenuta intollerabile dal punto di vista igienico-sanitario, ha spinto l’equipaggio – così ha reso noto la portavoce di Mediterranea – a dichiarare lo stato di necessità e a dirigersi verso il porto di Lampedusa, considerato unico possibile porto sicuro.

Salvini ha risposto non autorizzando lo sbarco e usando parole durissime: “Le Forze dell’ordine sono pronte ad intervenire, vediamo se anche in questo caso la ‘giustizia’ tollererà l’illegalità: in un Paese normale arresti e sequestro della nave sarebbero immediati”. Ha poi annunciato un innalzamento delle multe fino a un milione di euro e sequestri più semplici dei mezzi, nel decreto sicurezza bis, per coloro che bolla come complici degli scafisti.

“La nave dei centri sociali, che a quest’ora sarebbe già arrivata a Malta che aveva dato la disponibilità di un porto sicuro. Infrange la legge, ignora i divieti ed entra in acque italiane. Questi non sono ‘salvatori’, questi sono complici dei trafficanti di esseri umani”. Al governo tedesco che gli chiede di aprire i porti italiani, il ministro ha risposto: “Assolutamente no. Chiediamo anzi al governo Merkel di ritirare la bandiera tedesca a navi che aiutano trafficanti e scafisti, e di rimpatriare i loro cittadini che ignorano le leggi italiane”.

Intanto si apre lo scontro nel governo: “da giorni abbiamo offerto supporto al Viminale sulla situazione di queste ore e il Viminale lo ha respinto, in più di una occasione”, affermano fonti della Difesa. A stretto giro ribattono fonti del ministero dell’Interno: “in riferimento alle fonti della Difesa che sostengono di aver offerto supporto al Viminale, ottenendo risposta negativa, si segnala che il supporto è necessario per bloccare le navi che vogliono portare i clandestini in Italia e non per aiutarle nel trasporto”.

A Lampedusa le operazioni di sbarco dei migranti sono ferme e la Ong parla di “sequestro di persona” e riferisce di casi di scabbia a bordo, di necessità di fruire dei servizi igienici e di avere rifornimenti di acqua. Quasi contemporaneamente, 15 migranti, tra cui alcuni minorenni, di probabile nazionalità tunisina, sono stati intercettati dall’equipaggio di un mezzo navale della Guardia di finanza su un gommone, poi sequestrato, a circa 25 miglia a sud di Mazara del Vallo.

“Ricomincia lo show di Matteo Salvini. Mentre continuano ad arrivare barchini che ogni giorno sbarcano decine di migranti sulle coste italiane. Si facciano scendere i naufraghi della Nave Alex, dove sarebbe in corso un’emergenza igienico-sanitaria, e poi si collabori con l’Europa per lo loro redistribuzione”, sollecita il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti.

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