Jet e carri armati, lo show di Trump per il 4 luglio

Carri armati schierati di fronte al palco presidenziale nel Lincoln Memorial per la sfilata dell'Independence Day.
Carri armati schierati di fronte al palco presidenziale nel Lincoln Memorial per la sfilata dell'Independence Day. EPA/ERIK S. LESSER

WASHINGTON. – Donald Trump lo ha definito “lo show di una vita”, quello che sognava da tempo. Di certo le fastose celebrazioni dell’Independence Day del 4 luglio 2019 verranno ricordate come tra le più roboanti e costose della storia americana. Per alcuni una dimostrazione di grande patriottismo e attaccamento al Paese da parte del tycoon, per altri un mega-spot elettorale del presidente in piena campagna per la rielezione nel 2020.

“Parlo a nome di tutto il Paese”, ha assicurato Trump nel tentativo di stemperare le polemiche sulla politicizzazione della festa più amata dagli americani. Fatto sta che mai nella tradizione del 4 luglio un inquilino della Casa Bianca aveva tenuto un discorso davanti a migliaia di persone, nel corso di un evento che ha inevitabilmente ricordato lo stile dei tanti mega comizi della campagna elettorale del tycoon.

Con lo slogan “Salute to America”, omaggio all’America, stavolta al posto dell’ormai iconico “Make America Great Again”. Il presidente parla dal palco presidenziale con i colori della bandiera nazionale, allestito davanti al Lincoln Memorial trasformato in un set televisivo perfetto. L’ordine del tycoon, nelle ore precedenti, è stato martellante: guai a lasciare “buchi” tra la folla.

Ancora brucia quanto accaduto nell’Inauguration Day del gennaio del 2017, dove le immagini dall’alto mostrarono una partecipazione nettamente inferiore a quella del giorno inaugurale di Barack Obama nel 2008. Il rischio di temporali proprio nelle ore dell’intervento del presidente ha alimentato i timori di un nuovo flop. Nulla doveva rovinare lo spettacolo senza precedenti, con i carri armati schierati lungo Constitution Avenue per la parata, i jet acrobatici della marina militare – i Blue Angels – in azione e l’Air Force One che sfreccia a bassa quota tra lo stupore degli spettatori lungo il National Mall.

Il tutto condito da una colonna sonora sulle note del tema di Star Wars e di Bohemian Rapsody, passando per i classici God Bless America e Hail to the Chief, l’inno presidenziale. Per chiudere fuochi d’artificio da fare invidia all’iconico spettacolo pirotecnico che ogni anno va in scena per il 4 luglio a New York.

Trump ha quindi voluto circondarsi da una marea di soldati in divisa, in quello che davanti alle telecamere appare come un enorme abbraccio al Commander in Chief. Anche se – riportano molti commentatori – il Pentagono è in subbuglio, con una parte dei vertici contraria ed imbarazzata per essere coinvolta in una manifestazione che inevitabilmente ha acquisito una valenza politica.

Per non parlare dei costi: al Dipartimento della difesa si stima che alla fine la cifra sborsata sarà di oltre un milione di dollari, mentre il National Park Service, l’agenzia federale che gestisce i parchi e i monumenti nazionali, ha dovuto mettere sul piatto circa 2,5 milioni.

Intanto un’altra folla ha animato il 4 luglio di Washington: quella dei manifestanti anti-Trump, sovrastata da un enorme ‘Baby Trump’ gonfiabile, con tanto di pannolone bianco, e da un pupazzo alto cinque metri che raffigura il tycoon col berretto “Make Ameriga Great Again” mentre twitta seduto alla toilette.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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