La tragedia del sommergibile russo è “top secret”

Slide con l'immagine del sottomarino russo Losharik.
Slide con l'immagine del sottomarino russo Losharik.

MOSCA. – All’indomani dell’annuncio dell’incidente sul sottomarino “ad alta profondità” costato la vita a 14 marinai russi il Cremlino ha fatto sapere che alcuni dettagli della tragedia “sono coperti dal segreto di Stato” e non saranno resi pubblici, “né ora né mai”. Molte indiscrezioni però si rincorrono su che cosa sia accaduto realmente a bordo del vascello, dove e perché.

Ecco in sintesi che cosa si sa per certo e cosa invece è frutto di ‘soffiate confidenziali’. Mosca non ha voluto confermare o smentire che il sommergibile coinvolto fosse a propulsione atomica, così come indicato da certi media russi. Il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, da Severomorsk, base della flotta nordica russa, ha rivelato che a bordo vi era anche “un esperto civile”, evacuato per primo dagli “eroici” membri dell’equipaggio, che avrebbero chiuso un compartimento, mettendo così in sicurezza la nave, e combattuto le fiamme sino alla morte.

Ufficialmente il sottomarino è stato definito “un veicolo scientifico ad alta profondità”, inviato per una missione di “rilevamento dei fondali marini nelle acque territoriali russe”, probabilmente nel nord del paese, nella zona artica. Diversi media autorevoli, come Vedomosti e RBK, hanno ipotizzato – sulla base di informazioni confidenziali – che si tratti dell’АС-12, nome in codice Losharik, definito dagli esperti del Pentagono come un “vascello di sabotaggio”, capace di raggiungere alte profondità e interferire con i cavi di telecomunicazione sottomarina.

Le informazioni sul Losharik sono ovviamente scarse – si sa che è a propulsione atomica – ma si stima che possa accomodare 20-25 persone di equipaggio, tutte di altissimo profilo. Il presidente Vladimir Putin, definendo la tragedia “una grande perdita” per la Marina, ha rivelato che tra i caduti vi erano “due Eroi della Russia” – la più alta onorificenza del Paese – e sette ufficiali col grado di “capitano di 1a classe”.

Il sottomarino farebbe parte del Main Directorate of Deep-Sea Research, o GUGI in russo, ovvero il corpo di ultra élite al quale è stato affidato lo sviluppo del siluro atomico ‘Poseidon’, incluso dallo zar nella liste delle nuove super armi russe. Questo ha portato alcuni media russi a ipotizzare che in realtà il sommergibile stesse conducendo una missione di “recupero” di uno di questi siluri.

Ma al momento sono solo speculazioni. Di certo c’è che il Losharik ha bisogno di una nave madre, ovvero un sommergibile di appoggio che lo ospita e poi lo lancia. I vascelli abilitati a questo scopo sono il Podmoskovye e l’Orenburg, entrambi a propulsione nucleare, giganteschi, appartenenti alle classi Delta III e Delta IV, modificati. E’ stato anche ipotizzato che l’incendio sia in realtà scoppiato a bordo della nave madre e non del Losharik ma, anche qui, certezze non ve ne sono.

L’incidente è invece sicuramente avvenuto il 1° luglio ma il Paese lo ha saputo solo il giorno dopo, “al momento giusto”. La marina norvegese ha condotto delle analisi e ha fatto sapere di non aver rilevato “livelli di radiazioni” anomale nell’area.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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