La musa di Apollo, la Luna attraverso la fotografia

Una delle foto esposte: Garry Winogrand. Apollo 11 Moon Shot, Cape Kennedy, Florida, 1969
Una delle foto esposte: Garry Winogrand. Apollo 11 Moon Shot, Cape Kennedy, Florida, 1969

NEW YORK. – Il primo incontro ravvicinato nel XVII secolo con il Sidereus Nuncius di Galileo Galilei, poi con la fotografia nel XIX secolo ed ancora nel 1969 con la storica missione spaziale Apollo 11. La storia d’amore dell’uomo con la Luna inizia appunto nel 1610 con Galileo e ha il suo apice con l’atterraggio sulla superficie lunare degli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin il 20 luglio di 50 anni fa.

Per celebrare quella tappa fondamentale il Metropolitan Museum di New York dedica alla Luna una mostra che dal 3 luglio al 22 settembre esplorerà attraverso la fotografia ciò che ha ispirato appunto la storica missione del 1969. ‘Apollo’s Muse: The Moon in the Age of Photography’ (La musa di Apollo: la Luna nell’epoca della fotografia) presenta oltre 170 scatti e una selezione di disegni, dipinti, filmati, installazioni artistiche, strumenti astronomici e macchine fotografiche usate dagli astronauti.

“Tutto è iniziato con Galileo – ha detto all’ANSA Mia Fineman, curatrice della mostra – che pubblicò i primi disegni della Luna vista attraverso un telescopio. Ciò creò un’esplosione di interesse nell’esplorazione e nello studio della Luna. Con il miglioramento del telescopio si cominciò a fare mappe sempre più dettagliate e con l’invenzione della fotografia nel 1839 i fotografi iniziarono a puntare i loro obiettivi verso la Luna attraverso i telescopi. Ciò consentì una mappatura ancora più dettagliata”.

Dal XVII secolo in poi, quindi, andò in scena tutto un processo che ci ‘avvicinò’ alla Luna sempre di più e la fotografia, come ha spiegato ancora all’ANSA la Fineman, giocò un ruolo fondamentale perché consentì agli astronomi di realizzare mappe sempre più dettagliate. “Consentì – continua la curatrice – di esplorare la superficie per trovare un posto dove far atterrare il modulo lunare. Ci voleva infatti una superficie piatta”.

Tra i pezzi più importanti della mostra due dagherrotipi di recente scoperta datati anni 1840 e che si ritiene siano le prime fotografie esistenti della Luna. Ci sono poi opere di pionieri della fotografia lunare come Warren De La Rue, Lewis Morris Rutherfurd e John Adams Whipple. In mostra anche un atlante fotografico realizzato dall’Osservatorio di Parigi tra il 1894 e il 1908 dagli astronomi Maurice Loewy e Pierre Puiseux. E’ la prima volta che viene mostrato nella sua interezza.

“La Luna – ha sottolineato Max Hollein, direttore del Met – è stata da sempre una fonte universale di ispirazione e di fascino. Questa installazione ci mostra come la fotografia abbia introdotto nuove dimensioni per la sua documentazione e interpretazione. Esplora inoltre anche l’enorme impatto che l’atterraggio sulla Luna del 1969 ebbe sull’arte all’epoca, ma i cui effetti si sentono ancora oggi”.

(di Gina Di Meo/ANSA)