Lavoro: vincono profili digital, più 34mila posti in quattro anni

Disegno di economia digitale con simboli di monete: $, euro
Economia digitale

ROMA. – I professionisti dell’economia digitale (con qualifiche ‘top’) dominano il nostro mercato occupazionale: nell’arco di quattro anni, dal 2014 al 2018, infatti, i profili più richiesti dalle aziende sono stati quelli degli analisti e progettisti software, cresciuti di 33.700 unità, dei quali, soltanto lo scorso anno, oltre 10.000 hanno ottenuto un impiego.

E, ad esser reclutati, sono stati molti giovani, giacché nel 2018 le attivazioni hanno riguardato per il 66% la popolazione under 34, mentre le opportunità offerte si sono rivelate solide, visto che l’83% dei nuovi contrattualizzati è stato assunto a tempo indeterminato.

E’ quanto si legge nell’analisi che è stata realizzata dall’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, che ha tracciato una ‘mappa’ delle professioni ‘vincenti’, tra cui si collocano disegnatori industriali (+21.700), i tecnici esperti in applicazioni (+20.000), poi i programmatori (+13.500), mentre altri posti di primo piano tra gli occupati li hanno “contabili e professioni assimilate, nonché le professioni sanitarie riabilitative”.

In generale, si puntualizza nella ricerca, “il grosso della domanda di lavoro totale nel nostro Paese riguarda le attività mediamente qualificate, svolte dal 53,4% degli occupati in Italia”, basti pensare a quanto avviene nel sempre vitale settore turistico nazionale, laddove cuochi ed addetti alla ristorazione continuano ad avere consistenti chance d’impiego.

Al primo posto, tra le cosiddetti professioni ‘perdenti’, si trovano gli addetti all’immissione di dati, una flessione, si riferisce, “strettamente correlata alla quarta rivoluzione industriale, che ha comportato sostanzialmente la scomparsa della figura professionale del ‘data entry’ che tradizionalmente ricopiava i dati da supporti cartacei a quelli digitali” (in calo di 172.000 unità in cinque anni), poi vi sono i piccoli negozianti che “pagano il successo del commercio elettronico” (89.500 in meno in un quinquennio), nonché gli specialisti in contabilità e problemi finanziari ed i tecnici del lavoro bancario (-37.200, una discesa che li vede nelle vesti di ‘vittime’ della crisi degli sportelli degli istituti di crediti che, progressivamente, in Italia, vengono chiusi e sostituiti dai servizi di gestione dei conti correnti e di pagamento online).

(di Simona D’Alessio/ANSA)

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