Mondiali donne: sfuma il sogno azzurre, in semifinale va l’Olanda

L'azzurra Cristiana Girelli seduta in mezzo al campo.
L'azzurra Cristiana Girelli seduta in mezzo al campo. (ANSA/EPA/TOLGA BOZOGLU)

VALENCIENNES (FRANCIA) – Sconfitte dal caldo, stremate dalla fatica, le ragazze di Milena Bertolini escono a testa alta dal mondiale dopo la storica impresa di aver riportato l’Italia fra le prime 8, dopo 20 anni. Passano le olandesi, più forti tecnicamente e fisicamente, ma le azzurre non hanno da rimproverarsi nulla a parte qualche occasione che nel primo tempo avrebbe potuto cambiare la partita.

Sotto il sole a picco delle 15, orario subito e contestato da entrambe le squadre, Sara Gama, Valentina Giacinti, Elisa Bartoli, Barbara Bonansea e le altre azzurre, sono colate a picco nel secondo tempo, soltanto quando avevano dato ormai tutto. Molte lacrime alla fine, ma è di più l’orgoglio per un’impresa indimenticabile, il calcio in Italia da adesso è anche donna.

“Non abbiamo giocato alla pari – ha sottolineato la ct – le ragazze hanno affrontato colleghe che hanno opportunità diverse, le olandesi sono professioniste”. Il pallone al femminile ha dimostrato di avere qualità e di essere un grande spettacolo, milioni di italiani hanno sofferto per le ragazze della Bertolini davanti alla tv, battendo record su record. Ed ha messo in mostra anche valori diversi, più autentici, che hanno riportato indietro agli anni gloriosi di un calcio rimasto sepolto nei ricordi e negli almanacchi.

Nella fornace di Valenciennes, in un match che poteva essere disputato alle 21, la banda azzurra ha retto un solo tempo, concedendo non soltanto centimetri e muscoli alle olandesi ma anche due pulite palle gol fallite prima dalla Bergamaschi poi da una Valentina Giacinti che non si è arresa fino alla fine, quando si è accasciata sul prato a piangere come una bambina. Le compagne l’hanno aiutata ad alzarsi e ad andare, stavolta lentamente e senza Macarena, sotto lo spicchio di curva dei tifosi azzurri. A ringraziare, applaudire e continuare a piangere.

Dall’altra parte, l’onda arancione delle migliaia di tifosi olandesi arrivati da casa in gita con un paio d’ore di strada, celebrava il passaggio in semifinale delle ragazze guidate in campo dalla centravanti Miedema, autrice del bel gol che – al 25′ – ha tagliato le gambe alle azzurre.

Ma Sara Gama e le altre erano già allo stremo alla fine dei primi 45′, il rientro dagli spogliatoi è apparsa una sofferenza. In campo sono rimaste soltanto le ragazze arancioni, mentre per le azzurre – abbandonate nell’intervallo anche dall’ottima Bartoli, infortunata – la ripresa è stata un calvario: solo l’Olanda in campo, tiri che piovevano da tutte le parti, occasioni da gol e cartellini gialli a ripetizione. Poi il gol della Miedema, e 10′ più tardi il sigillo della Van der Gragt, con Sara Gama e le altre ormai in ginocchio.

Resta però moltissimo di quest’Italia, che adesso a gran voce chiede il sacrosanto passaggio del calcio donne al professionismo. Gli italiani si sono appassionati e hanno superato i pregiudizi, le ragazze hanno guidato la riscossa del loro sport, hanno perso ma non hanno mai mollato. Proprio come le tre azzurre che, nell’ultima azione a partita ormai persa e in attesa del fischio finale, sono andate a strappare tutte insieme il pallone a un’avversaria sulla bandierina del corner, ripartendo in attacco. Sempre a testa alta.

(dell’inviato Tullio Giannotti/ANSA)

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