Conte: “Trattativa con l’Ue complicata, ma fiduciosi”

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è giunto ad Osaka, in Giappone, per partecipare al G20
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è giunto ad Osaka, in Giappone, per partecipare al G20, 27 giugno 2019. ANSA/FILIPPO ATTILI/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI

OSAKA. – La trattativa con l’Ue è “complicata” ed è inutile nasconderlo. Lo dice lo stesso premier Giuseppe Conte ai giornalisti appena arrivato ad Osaka per partecipare ad un G20 che vedrà l’Italia impegnata soprattutto a lavorare a livello bilaterale per scongiurare la procedura per debito che pende sulla testa di Roma. Chi sta seguendo le trattative usa il termine “tosta” per descrivere una situazione nella quale “nessuno vuole arrivare alla procedura a tutti i costi”, ma allo stesso tempo “nessuno intende arretrare”.

“Il clima – spiega Conte – è di dialogo costruttivo, certo la trattativa è complicata, ma visto che tutte le parti si stanno predisponendo con approccio costruttivo sono fiducioso che si possa arrivare ad una soluzione”. I tempi sono strettissimi: il 30 giugno l’Italia avrà un’altra occasione di confronto con i leader europei in occasione del vertice straordinario sulle nomine, ma già il 2 luglio la Commissione potrebbe decidere di adottare la procedura che l’Ecofin dell’8 e 9 luglio dovrà approvare.

Per questo il G20 di Osaka è un’ottima opportunità per avvicinare le richieste europee e le proposte italiane. L’interlocutore numero uno è indubbiamente il presidente della Commissione Jean Claude Juncker con il quale Conte punta ad avere più di un colloquio ‘informale’, complice anche il fatto che i due leader si trovano nello stesso albergo. Un lavoro che si affiancherà a quello del ministro dell’Economia Giovanni Tria, che a Osaka avrà una serie di colloqui tecnici con i ministri finanziari europei e il commissario Ue Pierre Moscovici.

L’obiettivo è quello di tirare le fila ed arrivare ad un’ipotesi di accordo. Anche per questo – per non blindare numeri prima di aver superato l’ostacolo europeo – è stato rinviato, a lunedì prossimo, il via libera all’assestamento di bilancio. “Abbiamo convenuto fosse meglio così – spiega Conte – proprio perché c’è una trattativa in corso”. Ma far quadrare i conti con l’Ue non è semplice: Bruxelles chiede un aggiustamento dello 0,4% del Pil per il 2018 e dello 0,5% per il 2019. Solo per sanare il 2018 servono 6 miliardi. “Sono tante le fonti possibili – assicura Tria – prima fra tutte il fatto che l’andamento della finanza pubblica sta andando meglio del previsto” e soprattutto meglio delle previsioni di Bruxelles.

E torna ad assicurare che il deficit scenderà al 2,1% del Pil per il 2019. E’ l’unico ad ostentare ottimismo, convinto che ci siano “le basi” per evitare una procedura e a chi gli chiede come se il governo riuscirà a trovare anche i soldi per la flat tax risponde: “lavoriamo anche per questo”. L’Italia punta a portare al tavolo della trattativa con Bruxelles un ventaglio di interventi in grado di catturare risorse, alcune delle quali contenute nel tesoretto da 5 miliardi che Conte ha già presentato al Consiglio europeo. Ma che a Bruxelles non sono bastate.

Per questo a Osaka si estenderà il ventaglio con ipotesi che vanno da una quota che potrebbe arrivare dalle maggiori entrate fiscali, grazie alla fatturazione elettronica all’estensione ad altri enti pubblici dell’operazione cassa depositi e prestiti. “Tante fonti possibili”, ripete Tria, che di numeri non parla. E ciò perché “sarebbe suicida” – come ha spiegato Conte – farlo a trattativa aperta. Trattativa che si gioca su due piani. Quella più tecnica, numeri e carte alla mano, portata avanti da Tria e che non è ancora chiusa, assicurano le fonti.

E quella più politica, in mano a Conte, che punta ad ottenere dall’Ue lo slittamento della discussione dei conti 2020 in autunno. Con la consapevolezza che aprire una procedura di infrazione nei confronti di uno dei Paesi fondatori dell’Ue non conviene a nessuno. All’Italia per le ricadute devastanti sull’economia, ma neppure all’Ue, in un momento in cui l’Europa è minacciata da gruppi sovranisti sempre più aggressivi. Ma su questo, resta lo spettro di una Commissione uscente che potrebbe non aver nulla da perdere. Per questo “si tratta fino all’ultimo”, spiegano fonti vicine al dossier.

(Dell’inviata Paola Tamborlini/ANSA)

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