Prima gettata, comincia la ricostruzione del ponte di Genova

Un'immagine del ponte Morandi a Genova durante il tramonto.
Un'immagine del ponte Morandi a Genova durante il tramonto. (ANSA)

GENOVA. – Un nuovo inizio, una nuova vita all’ombra di quel che resta della pila 8 di Ponte Morandi, il ‘bridge’ come lo chiama un giornalista inglese arrivato nel giorno della ‘posa della prima pietra’ del nuovo viadotto sopra il Polcevera. Vero è che i 764 metri cubi di calcestruzzo colati dalle maxigru nel plinto scavato nel cantiere zona ovest del Morandi sono molto più che una pietra.

Sono l’inizio per quel nuovo ponte che è simbolo della rinascita di Genova e “dell’intero Paese”, come dice il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli che oggi ha schiacciato il pulsante delle sirene per dare l’avvio alla colata. Toninelli aveva cominciato la giornata incontrando vicino a via Porro alcuni residenti della zona arancione che hanno chiesto rassicurazioni sui risarcimenti e sulle polveri che deriveranno dall’implosione controllata delle pile 10 e 11 del Morandi.

Rassicurazioni che il ministro ha fornito affermando che per ora la previsione vede le polveri “sotto la soglia di allarme” e che comunque verranno fatte “verifiche anche nelle ore successive all’implosione. Se ci saranno degli allarmi si interverrà. Ma penso e spero che non ci saranno”. E alla neomamma con un bimbo piccolo piccolo in braccio che gli chiede “attenzione per la salute dei bambini” Toninelli fa la promessa non come ministro “ma come papà”.

Quando il cantiere ovest si popola di caschi bianchi con i nomi scritti a pennarello di chi il ponte lo fa davvero, si avverte un’emozione positiva come mai prima. “Questo è il simbolo della ripartenza” dice Toninelli che con il governatore Giovanni Toti e il sindaco-commissario Marco Bucci, assieme a Nicola Meistro, ad di PerGenova (l’ati Fincantieri – SaliniImpregilo – Italferr che costruirà il ponte) è sul palco allestito davanti al plinto che sta per riempirsi di calcestruzzo.

“Il lavoro che facciamo oggi e quello che faremo venerdì è un segnale importante della accelerazione la crescita della città. Accelerando i tempi consentiamo al sistema di crescere” dice il sindaco Bucci, evidentemente emozionato. “Quanto avviene oggi fa sì che quelle morti assurde non restino vane”, sottolinea Giovanni Toti ricordando i 43 morti nel crollo del Morandi e ribadendo l’importanza simbolica del primo pilastro. Il ricordo delle vittime rimane indelebile, anche in giornate come queste, dove tutto sembra avere un bellissimo inizio.

Sono le 15.53 quando Toninelli, Toti e Bucci premono il pulsante che dà voce a strillanti sirene, colonna sonora dell’inizio della colata. Gli operai reggono tubi che salgono fino a 10 metri per far scendere a cascata centinaia di metri cubi di calcestruzzo nel plinto. La commozione di questo momento si tocca con mano. Le parole vengono ripetute, sempre le stesse, all’infinito. Perché oggi è festa, perché si dà inizio a una impresa straordinaria: restituire il ponte a Genova e a tutto il Nord Ovest in tempi incredibilmente brevi.

“Per la fine dell’anno il nuovo ponte sarà in piedi, e nella primavera del 2020 credo lo si possa inaugurare”, ha detto Toninelli. Mentre nel cantiere ovest del Morandi si costruiscono i ‘piedi’ della nuova pila, la chiatta di Fincantieri con 450 tonnellate di acciaio per il primo impalcato, partita qualche giorno fa da Castellammare, arriva in porto. Porta l’acciaio nello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente. Ancora un segnale di orgoglio. Come quello che uno degli operai di PerGenova mostra sul suo casco dove ha scritto col pennarello non il suo nome ma questa frase: “Io costruisco il Ponte”.

(di Chiara Carenini/ANSA)

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