Bufera procure, il Consiglio d’Europa scrive all’Italia

Facciata del palazzo sede del Consiglio Superiore della Magistratura.
Facciata del palazzo sede del Consiglio Superiore della Magistratura.

STRASBURGO. – Gli scandali che hanno sconvolto il Consiglio superiore della magistratura in Italia, ed il loro possibile impatto sul sistema giudiziario nazionale, finiscono all’attenzione dell’organo anti corruzione del Consiglio d’Europa, il cosiddetto Greco, che dopo aver scritto a Roma e ricevuto dei chiarimenti, ha chiesto nuovi aggiornamenti entro dicembre, vista la situazione in continua evoluzione.

“Greco segue molto attentamente quanto accade in Italia sulla questione del Csm”, ha avvertito Gianluca Esposito, segretario esecutivo dell’organo anti-corruzione, che proprio oggi ha pubblicato il suo rapporto annuale dedicato in gran parte alle misure prese dagli Stati membri per prevenire la corruzione di parlamentari e magistrati.

Dalle statistiche preparate dal Consiglio d’Europa sulla base del rapporto del Greco, l’Italia risulta tra i primi cinque Paesi, dietro Estonia, Slovenia, Bulgaria e Azerbaijan, ad aver attuato il maggior numero di raccomandazioni per prevenire la corruzione nel Parlamento e nelle aule di giustizia.

Tuttavia, essere in testa a questa classifica non significa aver risolto tutti i problemi del Paese, come dimostra il caso della Slovenia, nei cui confronti Greco ha aperto una procedura urgente di valutazione. E non è nemmeno una riprova che gli Stati abbiano fatto tutto quello che era necessario per prevenire il più possibile la corruzione, come nel caso dell’Italia.

Le statistiche mostrano che il nostro Paese non ha ancora dato seguito a due raccomandazioni, che Greco le ha rivolto nel 2017, mentre i problemi evidenziati da altre sette sono stati solo parzialmente risolti. Tra le raccomandazioni che l’Italia non ha ancora messo in pratica c’è quella che riguarda l’andare e venire in politica dei magistrati.

In quelle indicazioni Greco evidenziava che il disegno di legge che l’Italia stava preparando quando venne approvato l’ultimo rapporto, pubblicato lo scorso dicembre, “non sarebbe stato sufficiente a rimediare a tutte le preoccupazioni sulla politicizzazione della magistratura, un tema che ha costantemente dato origine a dibattiti accesi in Italia, sia tra l’opinione pubblica che tra gli addetti ai lavori”.

Da Greco evidenziano tuttavia che qualsiasi soluzione si trovi a questa questione non deve minacciare o ledere l’equilibrio attuale del Consiglio superiore della magistratura.

(di Samantha Agrò/ANSA)

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