Fumata nera e rinvio sulle nomine Ue, Merkel si sfila

Lo spagnolo Pedro Sanchez con Angela Merkel a Bruxelles.
Lo spagnolo Pedro Sanchez con Angela Merkel a Bruxelles.

BRUXELLES. – “No”, non sono disponibile a ricoprire un ruolo di rilievo nelle istituzioni europee. “E mi rattrista un po’ constatare che le mie parole, pur ripetute più volte, non siano rispettate”. Sono trascorse poche ore dalla riunione dei 28 leader che ha fatto registrare una fumata nera sulle nomine per i top job Ue, quando Angela Merkel ribadisce alla stampa il suo rifiuto netto ad un eventuale trasferimento da Berlino a Bruxelles per risollevare le sorti del progetto europeo.

La cancelliera tedesca, che nella notte ha difeso invano Manfred Weber – il candidato espresso dal Ppe per la presidenza della Commissione europea – gela così le speranze di chi pensa di poter spingere la sua candidatura dopo aver sgomberato la strada dal bavarese. “Non voglio prendere una decisione contro la Francia, così come Parigi non vuole prendere una decisione contro Berlino, e sono fiduciosa che si arriverà a un compromesso”, ha avvertito la cancelliera evocando il braccio di ferro delle ultime settimane con il presidente Emmanuel Macron su Weber.

Un impasse che si è trascinata nonostante i negoziati frenetici fino alla notte scorsa, quando nuove trattative non sono state sufficienti a sbloccare lo stallo. Per una soluzione ora si guarda ad un vertice straordinario, che il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha convocato per il 30 giugno, quando i leader discuteranno ad oltranza per tirare fuori dal cilindro un pacchetto di figure di qualità, in grado di rispettare i criteri di equilibrio geografico e di genere, e di accontentare tutte le famiglie politiche impegnate nella costruzione di una coalizione di maggioranza al Parlamento europeo.

Uno schema che intrecci i nomi giusti per riempire le caselle delle presidenze di Esecutivo, Consiglio, Parlamento, Bce e Alto rappresentante, raccogliendo il maggior consenso possibile. I nomi di Weber, della liberale danese Margrethe Vestager, del socialista olandese Frans Timmermans – i tre candidati di punta alla presidenza dell’Esecutivo comunitario su cui i leader non hanno fatto registrare una maggioranza al vertice – restano comunque in pista, magari per andare a ricoprire una vicepresidenza.

Ma è nelle prossime settimane che saranno calati i veri assi. Le voci insistono su qualche incarico di rilievo per il premier olandese Mark Rutte (liberale) o per il belga Charles Michel, oppure per l’ex primo ministro danese Lars Lokke Rasmussen (liberale anche lui). Resta papabile come Alto rappresentante il socialista spagnolo Josep Borrell, anche se Pedro Sanchez sembra più orientato ad inviare a Bruxelles Nadia Calvino per un portafogli economico di rilievo.

Alla fine comunque è probabile che la presidenza della Commissione vada al Ppe, se saprà proporre un nome credibile: Sanchez ha già dato la sua disponibilità, mentre Macron e Rutte hanno rimarcato la necessità che sia prima di tutto una figura di spessore. Probabile che l’Italia di Giuseppe Conte si schieri con Merkel.

Le posizioni comunque restano molto distanti, il tempo stringe e per questo i negoziati sono ripresi subito. L’obiettivo è riuscire a chiudere la partita prima dell’ultimo termine per la presentazione delle candidature del presidente dell’Eurocamera (il pomeriggio del primo luglio), in vista della sua elezione, il giorno dopo.

Già subito dopo la fine del vertice ci sono stati incontri di coordinamento tra gli sherpa dei socialisti Sanchez e Costa, e quelli dei liberali Rutte e Michel, con Macron, e tra il capo dell’Eliseo e la cancelliera, mentre Tusk ha telefonato ai leader dei gruppi politici in Parlamento per avviare nuove consultazioni.

Gli occhi ora sono puntati al G20 di Osaka – appuntamento che precederà il vertice europeo di domenica 30 giugno – dove i leader di sei Paesi (Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e Olanda) tratteranno ai margini, con la mediazione di Tusk, nella speranza di trovare una soluzione al rebus.

(di Patrizia Antonini/ANSA)

Lascia un commento