L’oro corre dopo la Fed, schizza ai massimi da cinque anni

Lingotti d'oro accatastati.
Lingotti d'oro accatastati.

NEW YORK. – L’oro vola spinto dalla Fed. Dopo anni passati nell’ombra, il metallo prezioso torna a brillare: le quotazioni rivedono quota 1.394 dollari l’oncia, schizzando ai massimi degli ultimi cinque anni. E guardando avanti le prospettive sono rosee fra il rallentamento dell’economia globale e il possibile taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti. Un’ipotesi, quella di una riduzione del costo del denaro, che mette le ali alle Borse.

L’Europa chiude tutta in territorio positivo, ad eccezione di Madrid. Piazza Affari guadagna lo 0,66%. Wall Street apre in volata, con lo S&P 500 che schizza a nuovi record storici per poi però moderare la corsa. Schizzano anche le quotazioni del petrolio con le tensioni fra Iran e Stati Uniti dopo che un drone statunitense è stato abbattuto da Teheran.

“Un errore molto grave” twitta Donald Trump. Pochi caratteri che fanno accelerare i prezzi dell’oro nero a New York, dove le quotazioni arrivano a guadagnare quasi il 6%. L’apertura della Fed a un taglio dei tassi già in luglio affonda il dollaro e mette le ali al petrolio, che dopo essere tornato faticosamente a quota 1.350 dollari ha accelerato raggiungendo sui mercati asiatici i massimi dal settembre 2013.

Motore della crescita è l’atteso rallentamento dell’economia mondiale, che riporta al centro il metallo prezioso come bene rifugio per eccellenza. Se la Fed, come atteso dagli analisti, deciderà un taglio dei tassi di mezzo punto in luglio l’attesa è per un forte calo del dollaro e un conseguente balzo dell’oro, che trae beneficio dall’incertezza. E in questo momento l’incertezza negli Stati Uniti è elevata, e anche a portata di un tweet con il presidente Donald Trump.