Landini: “Non stiamo uscendo dalla crisi, anzi peggiora”

Il segretario della CGIL, Maurizio Landini. Alle sue spalle video di operai della Whirpool con uno striscione.
Il segretario della CGIL, Maurizio Landini. Alle sue spalle video di operai della Whirpool con uno striscione. (ANSA)

ROMA. – Il governo del cambiamento “non sta cambiando un bel niente” nella direzione giusta per far ripartire il Paese, che anzi “sta messo peggio del 2011”, l’anno del “Salva Italia”: è ancora alle prese con una crisi economica, da cui “non stiamo uscendo” affatto, “la situazione sta peggiorando”.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in un forum all’ANSA, attacca la linea dell’esecutivo Lega-M5s, a cui reclama un cambio di passo nelle politiche economiche e fiscali (dal no alla flat tax alla bocciatura dei minibot), esortandolo ad uscire dalla campagna elettorale, e mette in guardia sulla tenuta democratica del Paese.

Rimettere al centro il lavoro, attivare un piano di investimenti, fare una politica industriale, combattere l’evasione fiscale e tagliare le tasse ai lavoratori e ai pensionati sono le priorità che torna ad indicare, alla vigilia della manifestazione nazionale unitaria, con Cisl e Uil, in calendario sabato 22 giugno a Reggio Calabria: “Ripartiamo dal Sud per unire il Paese”.

L’ultimo appuntamento, per ora, dopo una serie di iniziative di mobilitazione, partite il 9 febbraio da piazza San Giovanni a Roma, fino allo sciopero degli edili e dei metalmeccanici ed alle manifestazioni del pensionati e del pubblico impiego. Senza risposte e senza un confronto vero con il sindacato, “non escludiamo nulla”, avverte sulla possibilità di arrivare allo sciopero generale in autunno.

“Non contro qualcuno, ma per il Paese e per i lavoratori”, sottolinea. L’accusa è anche sull’assenza di “un’idea di sviluppo”. Troppi i tavoli di crisi e le vertenze aperte, da Whirlpool ad ArcerlorMittal (ex Ilva), e avverte: “Non possiamo permetterci di perdere nemmeno un altro posto di lavoro”. E su Alitalia lamenta la mancanza di un piano industriale e di chiarezza sul futuro della compagnia, con i suoi 11 mila dipendenti.

Landini non guarda con favore a gran parte delle scelte e dei provvedimenti fin qui messi in campo da Lega e M5s (Quota 100 non basta per superare la legge Fornero e lascia fuori i giovani da una pensione di garanzia, come il Reddito di cittadinanza non “davvero risolutivi”). Dice no all’autonomia differenziata. Ma, precisa, “non auspico una crisi di governo, non è quello di cui abbiamo bisogno”.

Così come, sostiene nel giorno del Consiglio Ue e dell’esame della lettera dell’Italia, è interesse del Paese evitare la procedura di infrazione da parte di Bruxelles, senza sbattere i pugni sul tavolo. Chiede, piuttosto, di “aprire una trattativa con l’Ue” se si vogliono cambiare le regole. Non manca un affondo sui minibot che, dice, sono “una presa in giro”: “Se sono così efficaci – afferma – si paghino i loro stipendi”.

Dunque, l’auspicio che il governo “abbia un sussulto” e “la smetta di essere in campagna elettorale”, dice ancora il numero uno della Cgil, esprimendo una preoccupazione più generale: alle elezioni europee “il 44% degli aventi diritto non ha votato. Vuol dire che metà Paese non riconosce legittimità ad alcun partito e questo mette a rischio la tenuta democratica del Paese”.

Altra parola chiave l’unità, a partire dal rapporto tra Cgil, Cisl e Uil: sostiene di non aver mai visto il mondo del lavoro così “frammentato”. Per cui, bisogna agire per ridurre le disuguaglianze e risvegliare un’idea di “cambiamento vero”.

(di Barbara Marchegiani/ANSA)

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