Abi: “Investimenti fermi, meno credito alle imprese”

Ingresso della sede dell'ABI a Palazzo Altieri, a Roma.
Ingresso della sede dell'ABI a Palazzo Altieri, a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

MILANO.- Le imprese faticano a chiedere denaro, anche se disponibile a tassi di interesse che si mantengono sui minimi storici. Il rapporto mensile dell’Abi certifica anche ad aprile un andamento divergente del credito. In crescita per le famiglie, sostenuto dai mutui e dal dinamismo del mercato immobiliare. Declinante per le imprese, che scontano la frenata dell’economia e rinviano gli investimenti in attesa di un quadro macroeconomico più chiaro.

Ad aprile i prestiti alle imprese sono diminuiti dello 0,6% anno su anno a fronte di un aumento del 2,6% di quelli alle famiglie. Si tratta del quarto calo consecutivo. Per maggio l’Abi dispone solo del dato aggregato, che segna un aumento dell’1% dei prestiti complessivi. Ma la performance delle due componenti, privati e imprese, non si si discosterà molto da quella di aprile, ha anticipato il vice (rpt, vice) direttore generale dell’Abi, Gianfranco Torriero.

“La dinamica del credito continua ad essere influenzata dall’andamento degli investimenti e del ciclo economico la cui dinamica rimane modesta”, si legge nel rapporto Abi, nonostante i tassi prossimi ai minimi storici sia per le imprese (1,46%) che per le famiglie (1,84%). La cui voglia di chiedere denaro è invece “rimasta solida” tanto per i mutui (+2,5% sul 2018) che per il credito al consumo.

Dal rapporto emerge anche un aumento ad aprile delle sofferenze nette, cresciute del 2,8% rispetto a marzo, da 31,7 a 32,6 miliardi di euro, seppur in forte calo (-36%) rispetto ai 50,9 miliardi di un anno fa, grazie al lavoro di pulizia in cui è impegnato il sistema bancario. Per ora si tratta di un aumento contenuto, dopo che a marzo era stato riassorbito l’aumento registrato a gennaio e febbraio.

Solo i prossimi mesi potranno chiarire se si tratta di un movimento temporaneo o se invece il rallentamento dell’economia stia intaccando, oltre che la quantità, anche la qualità del credito erogato alle imprese.

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