Germania sotto shock per l’omicidio politico di Luebcke

Walter Luebcke, ucciso in Germania da elementi legati all'estrema destra tedesca.
Walter Luebcke, ucciso in Germania da elementi legati all'estrema destra tedesca.

BERLINO. – Era la conferma che in tanti si aspettavano in Germania ma che nessuno avrebbe voluto. Il fatto che il presunto assassino di Walter Luebcke sia un estremista di destra legato ai neonazisti dell’Npd sta scuotendo l’opinione pubblica del Paese: costretta ad accettare che quello del presidente della provincia di Kassel, esponente della Cdu di Angela Merkel che si impegnò a difesa dei migranti, è stato un omicidio politico.

E’ per questo che, dopo l’avocazione delle indagini da parte della procura generale per la particolare rilevanza del delitto, Verdi, Fdp e Linke hanno chiesto una seduta speciale della Commissione Interni del Bundestag, mentre il ministro della Giustizia Barley si è detta “inorridita” dal reato, così come dalla propaganda scatenata sui social dopo l’assassinio: “Gli insulti, le minacce e infine, dopo la sua morte, la presa in giro di Luebcke mi fanno inorridire: questo odio si rivolge al cuore della nostra società”.

Dopo l’arresto intanto gli inquirenti stanno passando al setaccio la vita di Stephan E., il 45enne di Kassel. In passato ebbe chiari collegamenti con ambienti dell’estrema destra in Assia, è stato un militante molto attivo dell’Npd e, agli inizi del 2000, ha fatto parte di ‘Combat 18’, uno dei gruppi di ultradestra più diffusi e pericolosi in Germania. Gli aderenti dell’associazione apertamente neonazista (i numeri 1 e 8 sono la prima e l’ottava lettera dell’alfabeto, A e H, le iniziali del Fuhrer) si scambiavano armi, diffondevano violente incitazioni di estrema destra e scrivevano sui social istruzioni per fabbricare bombe.

Il gruppo era anche associato a ‘Blood & Honor’, la rete che sosteneva anche il ‘National Socialist Underground’. Ultimamente se n’era sentito parlare poco, ma l’omicidio di Luebcke potrebbe rappresentare un pericoloso salto di qualità. Del resto, il pedigree di Stephan E. parla da solo: nel 1993, a 20 anni, attaccò la casa di un richiedente asilo in Assia colpendola con un ordigno rudimentale, episodio per il quale finì in carcere. L’uomo fu poi di nuovo arrestato dieci anni fa dalla polizia a Dortmund insieme a circa 400 nazionalisti che avevano attaccato una manifestazione dei sindacati per il primo maggio, beccandosi sette mesi di prigione per violazione della quiete pubblica.

E ora la polizia criminale dell’Assia sta setacciando computer, smartphone e documenti sequestrati in casa sua. Resta il dolore per Luebcke, ucciso lo scorso 2 giugno con un colpo di pistola alla testa, che da amministratore impegnato sul territorio aveva gestito la dislocazione dei migranti nei centri di accoglienza durante il picco dell’autunno del 2015, quando in Germania in pochi mesi arrivarono oltre 750.000 migranti, soprattutto siriani, afghani e iracheni, manifestando loro sostegno e solidarietà.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)