Altri duemila soldati Usa in Polonia, ma niente Fort Trump

Il presidente Usa, Donald Trump, Commander in chief.
Il presidente Usa, Donald Trump, Commander in chief. (SAUL LOEB/AFP/Getty Images)

WASHINGTON. – Si rafforza l’asse tra Washington e Varsavia, apparentemente in chiave anti russa ma con un monito anche alla Germania: Donald Trump sta considerando di inviare altri 2.000 soldati americani in Polonia, spostandoli dalla Germania, dove ce ne sono 50 mila e dove Berlino “non paga la giusta quota alla Nato”, a differenza del vicino “pienamente in regola”.

Il tycoon sta inoltre meditando sanzioni contro il Nordstream 2, il nuovo gasdotto russo-tedesco da tempo nel mirino del presidente americano, che è tornato a mettere in guardia la Germania contro la dipendenza energetica da Mosca. L’annuncio è stato fatto in occasione della seconda visita alla Casa Bianca del presidente polacco, Andrzej Duda, che ha anche fatto ‘shopping’, ordinando una trentina di caccia F-35. Le nuove truppe andrebbero ad aggiungersi alle forze di rotazione americane, circa 5.000 militari che si alternano nel quadro delle operazioni Nato.

I media Usa parlano di un accordo che comprenderebbe anche l’invio di uno squadrone di droni ‘Reaper’ per fornire maggiori informazioni di intelligence alla Polonia. Mosse che potrebbero irritare Mosca, anche se gli analisti ritengono che l’aumento dei soldati americani non accrescerebbe di molto la forza deterrente contro le presunte minacce russe.

Per il Cremlino sarebbe stato sicuramente più preoccupante una base americana permanente, come chiedeva Duda, che nella sua precedente visita nello Studio Ovale alla fine del 2018 aveva proposto di sborsare almeno due miliardi di dollari e di chiamarla Fort Trump. Era un modo per solleticare l’ego del tycoon, come ha fatto successivamente il premier israeliano Benyamin Netanyahu, promettendo una città intitolata a Trump nelle alture del Golan dopo la sua storica decisione di riconoscere la sovranità israeliana.

Emulato ultimamente dal premier giapponese Shinzo Abe, che ha ribattezzato ‘Trump Cup’ il primo trofeo di sumo della nuova era imperiale. Pare che ‘Fort Trump’ non sia stato cancellato, ma per ora rimane in standby e Varsavia dovrà accontentarsi di un rafforzamento del contingente Usa: un compromesso per assecondare le richieste polacche senza compromettere la volontà di disgelo di Trump con Vladimir Putin, con cui il tycoon ha annunciato ufficialmente che si incontrerà nel prossimo G20 in Giappone.

Si tratta in ogni caso di un successo per Duda, ‘sdoganato’ da Trump nonostante le accuse rivolte al governo conservatore polacco di aver minato la democrazia soggiogando la giustizia e i media, in contrasto anche con lo spirito della Nato: “Non sono per niente preoccupato della situazione dei diritti umani in Polonia”, ha assicurato dallo Studio Ovale, promettendo di visitare presto il Paese.

Del resto l’asse con la Polonia si colloca nel quadro della più ampia alleanza coltivata dall’amministrazione Trump con il gruppo di Visegrad, di cui fanno parte anche Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia: un blocco regionale sovranista (mitigato dalla recente elezione della presidente europeista Zuzana Caputova a Bratislava) che il tycoon sembra voler usare per scardinare la vecchia Europa.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)