Balzo popolarità di Macron dopo le europee, guadagna 5 punti

Il presidente francese Emmanuel Macron parla durante un meeting con gli studenti.
Il presidente francese Emmanuel Macron parla durante un meeting con gli studenti. EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON

PARIGI. – Torna il sereno sull’Eliseo ed Emmanuel Macron, dopo essere sprofondato quasi a quota 20% di popolarità nel pieno della crisi dei gilet gialli, risale ai livelli della scorsa estate. C’è molta determinazione, nella maggioranza, nel pescare voti sui terreni della destra Republicains, attualmente allo sbando. Resta invece sempre netto il distacco delle classi popolari dalla cittadella macroniana.

La grande ripresa è arrivata con le europee e la sconfitta di misura – meno di un punto di distacco – che ha fatto dire a Macron che l’operazione “argine contro i nazionalismi” è pienamente riuscita. E le cifre del primo sondaggio (Elabe per Les Echos) lo hanno premiato: +5% per lui, che torna al 32% di francesi fiduciosi, e +3% per il premier Edouard Philippe. A questa popolazione molto convinta si aggiungono – nella quota di coloro che pensano che Macron sia la persona giusta per affrontare i problemi dei francesi – un 25% di “piuttosto convinti”. Mentre solo il 7% si dice persuaso che il presidente non sia assolutamente adeguato per il suo ruolo.

Si tratta del balzo in avanti più vistoso da quando Macron è stato eletto e questo si spiega anche con il disfacimento della destra Republicains, crollata a poco più dell’8% di preferenze e in preda a una crisi di leadership. Su Le Figaro della settimana prossima, una cinquantina di sindaci di destra, radunati attorno a Philippe, lanceranno l’iniziativa di collaborare e sostenere il presidente della Repubblica e il suo governo.

Sono i cosiddetti “Macron-compatibili” che cominceranno a lanciare le rispettive campagne elettorali per le comunali 2020 non più dalle basi dei Republicains ma da quelle de La Republique en Marche.

Molto più in salita, invece, resta la strada che divide “Macronlandia” dai ceti più popolari. Lo ha ammesso anche il ministro dei Conti pubblici, Gerald Darmanin, che ha detto in un’intervista a Le Point che La Republique en Marche non deve diventare il partito “delle elite e dei borghesi” senza “adesione delle classi popolari”.

Il vicedirettore dell’Ipsos, Brice Teinturier, intervistato da Le Monde, conferma: alle europee il 40% degli operai ha votato per il Rassemblement National di Marine Le Pen: “strutturalmente – spiega – tutto oppone l’elettorato di Emmanuel Macron a quello di Marine Le Pen. Da una parte un elettorato urbano, diplomato, agiato, fiducioso nel futuro. Dall’altro un elettorato angosciato dalla fine del mese, penalizzato dalla globalizzazione, preoccupato dall’immigrazione e in cerca di sicurezza e autorità”.

(di Tullio Giannotti/ANSA)

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