Confcommercio: “Eliminare gli aumenti dell’Iva o addio crescita”

Turisti camminando tra le bancarelle di un mercatino. Confcommercio
Turisti camminando tra le bancarelle di un mercatino.

ROMA. – Gli aumenti Iva non dovranno scattare o l’Italia potrà dire addio anche a quel barlume di crescita, per quanto modesta, attesa per il prossimo anno. Non potrebbe essere più chiara la condizione posta da Confcommercio al governo gialloverde in vista del 2020 e del 2021, biennio su cui grava lo spettro di 51 miliardi di tasse in più. Se dovessero abbattersi effettivamente sugli italiani sarebbe una catastrofe per i consumi e per tutta l’economia, che dalla sostanziale stagnazione, avverte l’associazione dei commercianti, passerebbe alla “crisi conclamata”.

Prima di parlare di qualsiasi riforma fiscale, c’è una condizione da cui non si può prescindere, ha spiegato il presidente Carlo Sangalli: “eliminare definitivamente gli aumenti dell’Iva”. Nel corso del suo intervento all’assemblea annuale dei commercianti, disertata quest’anno da Matteo Salvini, ma che non si è lasciato scappare Luigi Di Maio, Sangalli si è detto più volte preoccupato, perché sulla crescita bisogna fare di più, perché il debito italiano è alto, ma anche perché “si comincia a respirare un clima politico e culturale di rassegnazione”, come se gli aumenti rappresentassero un destino già scritto. Ma sull’Iva non bisogna abbassare la guardia, “né oggi, né domani, né mai”.

I calcoli dell’Ufficio studi dell’associazione mostrano infatti che lasciare salire le aliquote dal 10% al 13% e dal 22 al 25,2% l’anno prossimo avrebbe un impatto negativo sui consumi dello 0,5-0,6%, pari a 0,4-0,5% sul Pil, condannando l’Italia alla crescita zero. Non solo.

La flat tax va bene, ha sottolineato ancora Sangalli, ma “deve tenere insieme tre principi: semplicità degli adempimenti; equità di una ‘no tax area’ che valga per lavoro dipendente e autonomo; progressività, anche attraverso un uso accorto delle detrazioni e delle deduzioni d’imposta”. E per finanziarla, le risorse dovranno essere trovate nella spending review, nelle dismissioni di patrimonio e nel contrasto dell’evasione.

A rassicurare la platea ci ha pensato quindi il ministro dello Sviluppo economico, pronto a promettere che il governo durerà, scriverà la prossima legge di bilancio e disinnescherà i temuti rialzi, non necessariamente tutti in deficit. “L’anno scorso sono venuto qui a dirvi che l’Iva non sarebbe aumentata a dicembre e allo stesso modo – ha garantito Di Maio – sono qui a dirvi che l’Iva non deve aumentare e non aumenterà neanche nella legge di bilancio”.

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