M5s e Lega, accordo su filo per Decreto cantieri. Il Senato vota

Inquadratura di un settore del Senato nel momento di un voto nell'aula del Senato durante la discussione e le votazioni sul decreto ''Milleproroghe'',
Il momento di un voto nell'aula del Senato durante la discussione e le votazioni sul decreto ''Milleproroghe''. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – M5s e Lega trovano un modo di andare avanti, al momento, ratificando una intesa sul decreto sblocca cantieri decreto sblocca-cantieri ma alleggerendo le norme sul codice degli appalti (che la Lega voleva inizialmente azzerare per due anni) e inserendo alcune deroghe di compensazione. A ore il voto del Senato. Ancora tensione invece alla Camera, sul dl crescita, il cui esame è stato rinviato alla settimana prossima.

Intanto, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceve al Quirinale il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, in vista della presentazione della relazione annuale Anac, e nei giorni passati mol,to critico verso il decreto all’esame di Palazzo Madama.

L’Aula vota per tutta la giornata diligentemente tutti gli emendamenti in modo conforme alla volontà della maggioranza, senza alcuno scossone, a partire dal controverso ‘superemendamento’ che modifica il codice degli appalti. Durante la campagna elettorale questo passaggio aveva acceso gli animi all’interno della maggioranza, provocando scontri violenti tra Lega e Cinque Stelle.

Invece, dopo il lavoro di mediazione da parte dei due capigruppo, Stefano Patuanelli e Massimiliano Romeo, il testo piace a tutti. Da un lato il Carroccio rivendica il merito di velocizzare la burocrazia, dall’altro, i Cinque Stelle assicurano che grazie a loro non sono state toccate le procedure di controllo e di garanzia. Insomma, malgrado sia un proposta fortemente voluta dalla Lega, i pentastellati sottolineano convinti che “non ci sono vincitori o vinti”, ma che, come ricorda Patuanelli, “ha vinto l’impegno di aiutare i cittadini”. Sempre il capogruppo 5S, mette infatti in evidenza che nel testo si “elimina per sempre il massimo ribasso nelle gare”.

Secondo il Pd, invece, si tratta di un “testo pasticciato”, che, come attacca Franco Mirabelli, “non velocizzerà i cantieri, non sbloccherà un bel niente e diminuirà le tutele di legalità e di sicurezza sul lavoro”. Con le modifiche introdotte dal ‘superemendamento’, si interviene in particolare sul delicato tema del subappalto, per il quale viene fissata la soglia 40%, e si introduce la sospensione fino al dicembre 2020 di alcune norme del Codice degli appalti: l’obbligo per i Comuni non capoluogo di provincia di non avvalersi delle stazioni appaltanti centralizzate; l’obbligo di scegliere i commissari tra gli esperti iscritti all’Albo istituito presso l’Anac; infine è estesa la possibilità di ricorrere all’appalto integrato.

Salta invece il fondo salva-imprese (ritirato l’emendamento M5s) per tutelare le imprese subappaltatrici in caso di crisi dell’appaltatore, mentre in linea con quanto deciso dalla maggioranza, è ‘depotenziato’ ad ordine del giorno l’emendamento della Lega sul commissariamento delle opere prioritarie. Arriva infine ‘Italia infrastrutture’ per accelerare la cantierizzazione delle opere, mentre per gli appalti nello sport la società Sport e Salute, ex Coni Servizi, ottiene la qualifica di centrale di committenza, assorbendo anche le risorse del fondo ‘Sport e periferie’.

(di Marcello Campo e Enrica Piovan/ANSA)

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