Whirlpool, Di Maio: “Soluzione in sette giorni o stop fondi”

Manifestazione di lavoratori della Whirlpool contro i licenziamenti a Napoli.
Manifestazione di lavoratori della Whirlpool contro i licenziamenti a Napoli.

ROMA. – Lo stabilimento Whirlpool di Napoli deve restare aperto e la soluzione deve arrivare dall’azienda entro i prossimi sette giorni, altrimenti “gli togliamo i soldi che hanno preso dallo Stato, iniziando con almeno 15 milioni di euro”. Il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, mostra i muscoli e ha tutta l’intenzione di farsi rispettare dalla multinazionale degli elettrodomestici che ora annuncia la volontà di cedere il sito produttivo partenopeo ma solo sette mesi fa, sempre al Mise, aveva firmato con i sindacati un piano di investimenti valido fino al 2021.

Se lo stabilimento chiudesse in questo modo, dall’oggi al domani, “sarebbe un precedente gravissimo” per lo stesso Di Maio che ricorda che lo Stato “si farà rispettare” e mette l’accento sul fatto che non si possa permettere a un’azienda americana “di venire qui a ottobre, firmare un accordo e poi dopo sette mesi decidere di mettere per strada 450 persone, soprattutto se ha preso negli ultimi anni 50 milioni di euro di incentivi”.

Dal canto suo, l’azienda dice al tavolo di non voler chiudere ma, allo stesso tempo, anche di non avere già pronta una soluzione alternativa. Proprio per questo motivo, il ministero le ha dato altri sette giorni di tempo prima del prossimo tavolo di crisi.

I sindacati – insieme ai circa 350 lavoratori napoletani riuniti in presidio davanti al Mise per tutto il pomeriggio – plaudono alla prova di forza del ministro Di Maio, ma temono che si tratti solo di parole, hanno paura dell’ambiguità dell’azienda e non sono convinti che un taglio degli incentivi, anche se unito alla restituzione dei fondi pubblici, possa bastare a far cambiare idea sulla cessione del sito.

“Se basterà la possibilità di chiedere a Whirlpool la restituzione di passati incentivi: ben venga”, dice infatti il segretario nazionale della Uilm, Gianluca Ficco, ma se ciò non sarà sufficiente, “allora è il caso di adottare misure più severe e anche di varare altre e più dure leggi che colpiscano gli atteggiamenti predatori di quelle imprese che non dimostrano alcuna responsabilità sociale”.

La Fim Cisl, con la segretaria nazionale, Alessandra Damiani, si aspetta che il ministro segua personalmente questo dossier e che “oltre alle dichiarazioni seguano i fatti”. A preoccupare la Fiom è poi soprattutto la posizione dell’azienda: “Ho fatto fatica a capirla, per tre volte ci hanno chiesto di ascoltare le loro proposte su Napoli. Gli abbiamo chiesto se c’è anche quella di non vendere lo stabilimento, ma non sono in grado di dare una risposta”.

(di Maria Chiara Furlò/ANSA)