Boicottaggi e proteste, Londra dice no a Trump

"Resist Trump", striscione contro Trump campeggia su un ponte di Londra.
"Resist Trump", striscione contro Trump campeggia su un ponte di Londra.

LONDRA. – “Resisti al sessismo, resisti al razzismo, resisti all’odio, resisti alla crudeltà”, incita lo slogan, fino al culmine del crescendo: “Resist Trump”. Lo striscione giallo di Amnesty International appeso al Vauxhall Bridge, di fronte all’ambasciata americana, sembra in prospettiva un dito infilato nell’occhio della grande ruota panoramica di London Eye. Ma è anche un dito nell’occhio del leader della Casa Bianca, nel giorno in cui la pompa cerimoniale monarchica del primo giorno della visita di Stato nel Regno Unito ne solletica inevitabilmente il senso d’onnipotenza.

Le immagini del presidente-tycoon, ritratto mento in alto e petto in fuori accanto alla regina prima di passare in rassegna i reparti della guardia d’onore di Buckingham Palace, proiettano un messaggio destinato in effetti a “glorificarne l’ego” presso i sostenitori d’oltreoceano, commenta a denti stretti lo storico Simon Schama, suo severo detrattore. Senza tuttavia esaurire il contesto d’una missione segnata – come sempre e più di sempre – dall’annunciato corredo di polemiche e boicottaggi.

A innescare le prime ci pensa il medesimo Trump, twittando ancor prima dell’atterraggio dell’Air Force One a Londra la sua risposta a colpi di insulti (“perdente totale”, “stupido”) e di riferimenti irridenti alla bassa statura al sindaco laburista della capitale, Sadiq Khan. Mentre a dare la stura alle proteste di piazza si preparano schiere di contestatori britannici di ogni tendenza: militanti politici (del Labour e non solo), attivisti di ong, esponenti della società civile, persone comuni.

Una folla, tenuta a distanza dalla macchina blindata della sicurezza, che si concentrerà comunque domani a Trafalgar Square (da 250.000 in su le presenze previste) con l’obiettivo di fare altrettanto rumore e colore rispetto al precedente del luglio scorso, quando l’attuale presidente americano venne preso di mira durante una visita meno formale.

Le premesse in effetti ci sono tutte. Donald Trump si professa anglofilo e non si stanca di ripetere di essere “amato” sull’isola. A Londra, però, non gode di grandi simpatie, e non solo da parte del primo cittadino. In piazza potrebbe esserci persino il leader dell’opposizione parlamentare, il numero uno laburista Jeremy Corbyn, che si è già dichiarato solidale con la protesta.

E che ha platealmente snobbato il banchetto ufficiale offerto da Sua Maestà (con Meghan in disparte) in onore dell’ingombrante ospite d’oltreoceano, al pari di altre figure istituzionali invitate come Corbyn di default: dall’eccentrico speaker dei Comuni, John Bercow, al leader liberaldemocratico, Vince Cable, al capogruppo a Westminster degli indipendentisti di Scozia (terra d’origine di mamma Trump), Ian Blackford.

Ma soprattutto non mancheranno le iniziative spontanee della base. Dai manifestanti che torneranno a far volare – come un anno fa – il mega pupazzo gonfiabile creato per deridere The Donald nei panni di poppante capriccioso; a quelli che lo sbeffeggeranno in versione nuova: da presidente-robot, alto 5 metri, assiso su un wc a sparare tweet e contumelie.

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