L’allarme di Merkel, in Germania lo spettro antisemita

Una persona con la stella di David sul suo kippah. Auschwitz
Una persona con la stella di David sul suo kippah. EPA/CLEMENS BILAN

ROMA. – Svastiche disegnate sui muri, cimiteri ebraici profanati, intimidazioni, discorsi d’odio sul web e antiche teorie del complotto che riemergono come un fiume carsico dalle fogne della storia: l’antisemitismo in Europa, e in Germania in particolare, non è solo uno “spettro del passato” ma una piaga da affrontare qui e ora. La cancelliera tedesca Angela Merkel lancia un nuovo allarme, nello stesso giorno in cui nella vicina Austria una mostra fotografica dedicata ai sopravvissuti della Shoah a Vienna è stata presa di mira dai vandali.

Già altre due volte nelle scorse settimane le immagini dell’italiano Luigi Toscano erano state rovinate con scritte antisemite. “C’è del lavoro da fare” per fronteggiare forze oscure che stanno trovando sostegno popolare, spiega Merkel in un’intervista alla Cnn. In Germania, ammette, data la sua storia “dobbiamo essere molto più vigili di altri: c’è sempre stato un certo numero di antisemiti tra noi, purtroppo. Non esiste ancora una sinagoga, non un unico asilo nido per bambini ebrei, una scuola per bambini ebrei che non debba essere sorvegliata dai poliziotti tedeschi”.

Le parole della cancelliera arrivano a pochi giorni dall’uscita del commissario del governo tedesco per l’antisemitismo, Felix Klein, che con le sue parole ha sollevato un vespaio di polemiche in patria e fuori. Dopo un aumento significativo di episodi antisemiti in Germania, il funzionario aveva suggerito agli ebrei di non indossare la kippah in pubblico in certe zone del Paese, per evitare potenziali problemi. Timori che avevano suscitato reazioni allarmate in Israele: secondo il presidente Reuven Rivlin rappresenterebbero “una resa all’antisemitismo e una ammissione che, ancora una volta, gli ebrei non sono sicuri in terra tedesca”.

Ora anche le Nazioni Unite si dicono “gravemente preoccupate” dal fenomeno. “Non si tratta di fatti isolati”, accusa la portavoce dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani, Marta Hurtado. E non riguardano solo l’Europa, come racconta la cronaca degli ultimi mesi.

Negli Stati Uniti, undici persone sono state massacrate in una sinagoga a Pittsburgh lo scorso ottobre. Una donna è stata uccisa ad aprile nell’attacco contro un’altra sinagoga nel sud della California. E New York, secondo gli ultimi dati, dall’inizio dell’anno ha registrato un boom di crimini d’odio, in crescita dell’83%, e di cui oltre la metà sono atti antisemiti.

Neppure forze politiche considerate rispettabili sembrano essere immuni da possibili infiltrazioni del virus: da anni le accuse di antisemitismo a esponenti laburisti britannici creano problemi al partito e alla leadership di Corbyn, tacciata di accondiscendenza. Ora il Labour, che peraltro ha già fatto sapere di voler collaborare all’inchiesta, è formalmente indagato per questi episodi dall’authority pubblica britannica per l’eguaglianza e i diritti umani.

(di Salvatore Lussu/ANSA)

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