Appello di Greta sul clima, ma Trump attacca la scienza

Un momento della "Global strike for future" degli studenti a Roma.
Un momento della "Global strike for future" degli studenti a Roma. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

WASHINGTON. – Dal palco della Fiera del clima di Vienna Greta Thunberg esulta per l’onda verde affermatasi con le elezioni europee ma torna a spronare i leader mondiali perché affrontino con determinazione l’emergenza clima: “L’inazione dei politici è un crimine”, il suo grido di accusa. Ma Donald Trump continua ad essere sordo di fronte al pressante appello della giovane attivista svedese e soprattutto all’allarme lanciato dalla scienza. Anzi, si appresta a dichiararle guerra, pronto a mettere in discussione i risultati su cui fino ad ora si è basata la lotta ai cambiamenti climatici negli Usa e non solo.

Il presidente americano lo aveva promesso fin dalla campagna elettorale del 2016, sbandierando il suo scetticismo sul legame tra attività umane e surriscaldamento dell’atmosfera terrestre, accusando le rigide norme anti inquinamento di uccidere posti di lavoro. Così, dopo lo strappo dell’uscita degli Usa dall’accordo di Parigi e la rottamazione dell’agenda verde di Barack Obama, il tycoon ha dato all’agenzia scientifica federale che studia il territorio (la United States Geological Survey) una direttiva senza precedenti: d’ora in poi nei rapporti ufficiali sui cambiamenti climatici non si dovranno più fare previsioni che vadano oltre il 2040 e non dovrà più essere preso in considerazione il cosiddetto ‘worst case scenario’.

Insomma, in vista delle future decisioni politiche, l’intero modello seguito finora va smantellato. Sulla base dell’ultimo National Climate Assessment varato dall’amministrazione Usa nel novembre scorso senza mettere sotto controllo le emissioni di anidride carbonica l’atmosfera si surriscalderà entro la fine del secolo di 8 gradi Fareneith (4,4 gradi centigradi) con conseguenze devastanti: straordinario innalzamento del livello dei mari, boom dei fenomeni atmosferici estremi, siccità diffusa e conseguenze sanitarie devastanti, con la diffusione di epidemie.

Un quadro ingiustificatamente catastrofico per l’attuale inquilino della Casa Bianca e per gli attuali vertici dell’Epa, l’agenzia federale americana per la protezione dell’ambiente, secondo cui tali modelli sono “inadeguati e non riflettono la realtà”. Per questo vanno cambiati, a partire dal prossimo National Climate Assessment che sarà pubblicato tra il 2021 e il 2022. “Serve un riesame profondo per capire se le informazioni utilizzate finora possano ancora servire per decidere le future decisioni politiche”, spiega un portavoce dell’Epa al New York Times.

E il mondo della scienza si ribella, accusando l’amministrazione Trump di voler dipingere “un quadro ingannevole e fuorviante” che inevitabilmente frenerà ulteriormente la corsa contro il tempo per scongiurare gli effetti più negativi del climate change. Anche perché Trump ha deciso di affidare la questione a una commissione di esperti guidata da un noto ‘scettico’ della lotta ai cambiamenti climatici, un docente dell’università di Princeton che da sempre nega l’impatto dell’uomo sul surriscaldamento dell’atmosfera e difende le attività che generano emissioni di CO2.

Pazienza se gli effetti dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti anche negli Usa, con una recrudescenza senza precedenti di fenomeni atmosferici estremi come uragani, cicloni, alluvioni, siccità. E oltre 500 tornado in meno di un mese.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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