La Turchia attacca il Pkk in Iraq, Erdogan torna in guerra

Truppe turche in movimento verso il confine iracheno.
Truppe turche in movimento verso il confine iracheno. ANSA/SEDAT SUNA

ISTANBUL. – Erdogan torna alla guerra. A meno di un mese dalla ripetizione del voto a Istanbul, dopo l’annullamento dell’elezione a sindaco del candidato dell’opposizione, Ekrem Imamoglu, la Turchia ha lanciato un’azione militare di terra, con supporto aereo, contro le basi del Pkk curdo in nord Iraq, nella regione di Hakurk, a una trentina di chilometri oltre la frontiera.

Un’offensiva discussa nelle scorse settimane con le autorità di Erbil, dove proprio in queste ore si è sbloccato un lungo stallo politico, con l’elezione a presidente di Nechirvan Barzani, nipote dell’ex leader storico Masud Barzani, dimessosi dopo il controverso referendum indipendentista del 2017 e deceduto lo stesso anno. Da allora il Kurdistan iracheno era rimasto senza una guida, col potere spartito tra i diversi organi.

Intanto, il presidente iracheno Barham Saleh è volato stasera a Istanbul, dove parlerà con Erdogan degli sviluppi dell’offensiva. ‘L’Operazione Artiglio’, come è stata ribattezzata dallo Stato maggiore, segna un’escalation nell’iniziativa militare di Ankara oltre i suoi confini, dove già interviene regolarmente contro le roccaforti dei ribelli curdi, ma ufficialmente solo con raid aerei. Gli ‘scarponi sul terreno’ sono dunque una prova di forza per Erdogan, che torna così a giocarsi la carta della “lotta al terrorismo” in piena campagna elettorale bis per il controllo di Istanbul, cuore economico, culturale e simbolico del Paese.

Una concessione all’anima nazionalista del suo elettorato – e agli alleati del Mhp, che gli assicurano la maggioranza in Parlamento – decisa solo pochi giorni dopo l’apertura a sorpresa verso il leader storico del Pkk, Abdullah Ocalan. L’isolamento di Ocalan nell’isola-prigione di Imrali è stato spezzato dopo quasi otto anni, consentendogli di incontrare i suoi legali. In risposta, ‘Apo’ aveva mandato messaggi di riconciliazione, suggerendo un ritorno al tavolo dei negoziati, che Erdogan abbandonò definitivamente nel 2015 con un lungo assedio del sud-est curdo.

L’offensiva in Iraq, annunciata in mattinata, è iniziata nella serata di lunedì intorno alle 20 locali. Secondo le forze armate, fuoco di artiglieria e raid aerei sono stati impiegati per aprire la strada all’intervento dei reparti speciali delle brigate commando, supportati da elicotteri d’attacco T-129 ATAK e droni armati e non armati. Ai bombardamenti hanno partecipato almeno 10 jet da combattimento F-10 ed F-4. L’operazione “ha come obiettivo distruggere le postazioni del Pkk e neutralizzare i terroristi”, ha spiegato la Difesa di Ankara.

Il bilancio fornito finora dall’esercito è di 9 combattenti “neutralizzati”, cioè uccisi, feriti o catturati. Hakurk si trova a nord di Qandil, dove hanno le loro roccaforti i capi dell’organizzazione, ed è inoltre considerata strategica perché facilita i collegamenti con la zona di confine tra Iraq e Siria, controllata dalle milizie curde siriane dell’Ypg, alleate degli Usa contro l’Isis, ma anch’esse ritenute terroriste da Ankara.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)