Prada dice addio alle pellicce, la Moda punta sulla sostenibilità

Una sfilata di Prada
Sfilata di Prada (Photo by Andreas SOLARO / AFP)

MILANO. – Prada entra nella famiglia ‘fur-free’. Dalle collezioni donna della primavera/estate 2020 il gruppo italiano del lusso quotato ad Hong Kong non userà più pellicce animali per realizzare nuovi prodotti. La decisione era nell’aria ed è stata annunciata con la Fur Free Alliance (Ffa, che riunisce oltre 50 organizzazioni in più di 40 paesi) ed è frutto di un dialogo positivo tra il Gruppo, Ffa, Lav e The Humane Society of the United States.

Per la mente creativa Miuccia Prada si tratta di un traguardo importante per un’azienda che ha in innovazione e responsabilità sociale i suoi valori fondanti. “La ricerca e lo sviluppo di materiali alternativi – ha spiegato – consentirà all’azienda di esplorare nuove frontiere della creatività e di rispondere, allo stesso tempo, alla domanda di prodotti più responsabili”.

Critico, ovviamente, l’International Fur Federation, l’organismo mondiale che raggruppa le associazioni della filiera della pelliccia. “Sono sorpreso che un marchio attento alla sostenibilità metta al bando un prodotto naturale come la pelliccia. Ora i clienti Prada avranno come unica alternativa la pelliccia in plastica, che è dannosa per l’ambiente”, afferma il ceo Mark Oaten, che invita la maison tornare sui suoi passi.

Prada è solo l’ultima delle aziende del lusso a dire addio alle pellicce, in un settore sempre più attento ai temi della sostenibilità, anche per il ritorno mediatico connesso. L’alto di gamma è sempre più concentrato sulle tematiche cosiddette ESG (acronimo di environmental, social and governance).

Un’attenzione etica che ha però anche un indubbio interesse economico visto che – stando ad una ricerca presentata nel marzo da McKinsey e Camera della Moda – nei prossimi cinque anni i responsabili degli acquisti dei maggiori department store del mondo raddoppieranno gli acquisti di prodotti sostenibili, passando dal 23% al 42%, visto che 7 clienti su 10 sono disponibili a spendere fino al 10% in più per un prodotto che rispetti diritti dei lavoratori e ambiente.

Nelle ultime settimane infatti si è assistito ad un rinnovato attivismo dei colossi del settore, con Kering che ha pubblicato nuovi standard per il benessere degli animali coinvolti nella sua filiera e ha deciso di non far più sfilare modelle minorenni, mentre Lvmh ha siglato un’intesa di cinque anni con l’Unesco per sostenere il suo programma dedicato a uomo e biosfera. Per non parlare per la gara di solidarietà scattata dopo l’incendio di Notre Dame a Parigi.

Nella famiglia ‘Fur-free’ Prada comunque non è da sola. Tra le Maison più blasonate che già detto stop alle pellicce ci sono Giorgio Armani, Versace, Burberry, Michael Kors, Ralph Lauren e Gucci, fino alle paladine del Fur-free Stella McCartney e Vivienne Westwood. Miuccia Prada a settembre dell’anno scorso, alla presentazione della collezione primavera-estate 2019, aveva annunciato che la svolta era vicina: “Io le pellicce non voglio più farle – aveva detto la stilista – già oggi rappresentano solo lo 0,1% del prodotto, ma non amo gli annunci, dirò che non le faccio più quando sarà cosa fatta e finita”.

Il momento è arrivato. Dalla prossima primavera-estate quindi, Prada non utilizzerà più pellicce per nuovi prodotti, mentre lo stock continuerà ad essere in vendita fino ad esaurimento delle scorte.

(di Giorgia Bentivogli/ANSA)