De Blasio si candida: “Trump un bullo, so come batterlo”

Nella foto d'archivio Bill de Blasio eletto sindaco di New York
Bill de Blasio è eletto sindaco di New York. (Archivio)

NEW YORK. – Bill de Blasio rompe gli indugi e scende in campo per la Casa Bianca, diventando il 23esimo candidato che affronterà le primarie democratiche. Un’idea, quella delle presidenziali, che lo ossessiona da anni e che ora l’ambizioso sindaco di origini italiane trasforma in realtà, intenzionato ad esportare l’esperienza fatta alla guida della Grande Mela su scala nazionale.

Poco importa se molti dei suoi più stretti collaboratori lo abbiano sconsigliato dal compiere il grande passo e se i sondaggi non siano incoraggianti: “Se avessi dovuto seguire i sondaggi non sarei diventato nemmeno sindaco, e per ben due volte”, taglia corto rispondendo agli scettici.

Così in un video di appena tre minuti de Blasio tira dritto al bersaglio grosso, lanciando subito la sua sfida al presidente in carica e accreditandosi come il vero candidato anti-Trump, l’unico che può davvero porre fine all’era del tycoon: “E’ un bullo, un prepotente, ma io so come batterlo”, assicura. Poi, usando la stessa tattica tanto amata dal presidente, gli affibbia un soprannome irriverente, ‘Con Don’, Donald il truffatore.

Quest’ultimo non gradisce: “Questa candidatura è una barzelletta. E’ il peggior sindaco degli Stati Uniti e New York lo odia”, replica stizzito su Twitter. Ma de Blasio ricorre allo stesso linguaggio del tycoon anche nel presentare il suo slogan elettorale: e se l’attuale inquilino della Casa Bianca ha costruito la sua fortuna politica sul dogma dell’America First, il progressista sindaco newyorchese gli contrappone il mantra della Working Class First, prima i lavoratori, promettendo una svolta innanzitutto culturale. Perché, sottolinea, “c’è un sacco di denaro in questo Paese, solo che è nelle mani sbagliate”.

Il superamento delle disuguaglianze sociali è sempre stato al primo posto della sua agenda politica, così come la difesa degli immigrati e la lotta ai cambiamenti climatici. Da primo cittadino della Grande Mela ha già guidato la rivolta dei sindaci delle città santuario contro la stretta sull’immigrazione voluta da Trump. Certo de Blasio – 58 anni, la madre di Sant’Agata dei Goti, in provincia di Benevento – sfida anche due secoli di storia: nessun sindaco in carica è mai riuscito a diventare presidente degli Stati Uniti.

Ma lui ancora una volta ha una carta importantissima da giocare, anche per veicolare quel messaggio di apertura e integrazione che si contrappone al nazionalismo imperante: quello della famiglia multirazziale e multiculturale. E’ la carta della Modern Family, che per la sua elezione a sindaco funzionò da jolly, agli antipodi con l’immagine del clan dei Trump. La first lady newyorkese Chirlane McCray, 64 anni, è afroamericana e con un passato gay. Poi ci sono i figli dai nomi italiani, Dante e Chiara, quest’ultima con trascorsi di depressione e dipendenza da droghe, ma entrambi socialmente e politicamente impegnati.

Non tutti gli osservatori però sono convinti che il bilancio da sindaco aiuti de Blasio, la cui leadership progressista ha più volte traballato. La crisi dell’edilizia residenziale pubblica, gli affitti alle stelle, il boom dei senza tetto, il degrado della iconica subway newyorchese gli vengono spesso rinfacciati anche da chi lo ha sostenuto. “Ma io non ho mai perso una campagna elettorale”, ama ripetere ai suoi.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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