Troppi stranieri, fuga degli italiani da una scuola di Rimini

Bambini in grembiulino bianco all'entrata di una scuola.
Troppi stranieri, fuga degli italiani da una scuola di Rimini

BOLOGNA. – Niente bimbi italiani in lista per frequentare la prima elementare e così, in un istituto di Borgo Marina – il quartiere più multietnico della città – quest’anno si è avuta una classe composta interamente da bambini stranieri. Succede a Rimini dove, per mancanza di alunni italiani in lizza per l’iscrizione – alla luce della scelta dei genitori riminesi di far frequentare ai propri figli altre realtà scolastiche – la scuola è stata costretta ad andare in deroga alla normativa che prevede il rispetto della proporzione del 30% massimo di stranieri.

La classe interamente straniera, spiega la preside dell’istituto al ‘Corriere Romagna’ che ha riportato la notizia, è il risultato di “una scelta obbligata poiché non c’erano italiani in lista per l’iscrizione. I genitori riminesi iscrivono i bambini in altre scuole. I genitori dei bambini italiani – argomenta – spesso non vengono nemmeno agli open day’. Leggono i nomi dei possibili compagni dei figli, e accorgendosi che sono quasi tutti stranieri, decidono di fare l’iscrizione in altre scuole”.

Secondo la preside i genitori pensano che “se il proprio bambino dovesse trovarsi in classe con compagni che hanno difficoltà a parlare italiano, la sua istruzione potrebbe risentirne”. Una cosa che, molto spesso, non risponde a verità dato che molti bambini provengono da famiglie da anni in Italia e che già parlano italiano: le famiglie, aggiunge la preside “non si immaginano che il bimbo che si chiama Ahmed magari sappia addirittura parlare in romagnolo”.

Non è questo il caso, però, dell’unica classe prima della scuola riminese, in cui i 15 alunni, sono giunti sui banchi senza conoscere bene la lingua. In “quella classe specifica – argomenta ancora preside – o i bambini provengono da famiglie appena trasferitesi, oppure non hanno frequentato la scuola dell’infanzia, e di conseguenza non hanno avuto modo di familiarizzare con l’italiano”.

La composizione della classe tutta straniera è in deroga alla normativa che prevede il rispetto della proporzione del 30% massimo di stranieri. “La legge – puntualizza la preside – consente di derogare nel caso in cui non ci sia la possibilità di rispettare la proporzione. Non c’erano bambini italiani, per cui fare una classe mista non era possibile”. Quella dei genitori italiani, chiosa, “è una scelta che posso comprendere. Ma bisognerebbe saper guardare oltre, e rendersi conto della prospettiva in più che può offrire la scuola”.

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