Cei: “Caritas anche per italiani”. Presto seicento migranti

Volontari della Caritas distribuiscono bottiglie d'acqua ed alimenti.
Volontari della Caritas distribuiscono bottiglie d'acqua ed alimenti.

ROMA. – La Caritas rinnova il suo sostegno ai migranti, ma – ricorda la Cei – prosegue anche il suo impegno “a sporcarsi le mani per gli indigenti italiani e non”. Nel giorno della firma al Viminale per il rinnovo del protocollo dei corridoi umanitari dall’Etiopia, che prevede l’arrivo in Italia di 600 richiedenti asilo, arriva la replica della Comunità Episcopale Italiana al ministro dell’Interno Salvini. Nei giorni scorsi il vicepremier leghista con un suo tweet aveva innescato polemiche sulla mancata partecipazione della Caritas ai bandi di alcune prefetture dopo la riduzione dei fondi da parte del ministero.

E il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, ora ha invece colto l’occasione per ribadire “l’azione straordinaria che tanti italiani fanno attraverso le Caritas diffuse su tutto il territorio nazionale, fatte di tanta gente che si sporca le mani per andare incontro alle situazioni di indigenza in cui cadono famiglie italiane e anche persone che provengono da altre nazioni. Ci sono alcune Caritas che in realtà hanno deciso di partecipare ai bandi perché possono farlo e per tener vivo anche il rapporto con le istituzioni”, ha spiegato Russo dopo la firma del protocollo al Viminale, siglato assieme alla Comunità di Sant’Egidio in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri per l’ingresso di seicento richiedenti asilo in due anni provenienti dal Corno d’Africa.

Nel progetto la Cei agirà proprio attraverso la Caritas italiana e la fondazione Migrantes. “La firma è fatta anche con il ministero dell’Interno, quindi evidentemente ci sono condivisione e esperienza storiche. Il ministero dell’Interno è pienamente coinvolto in questi corridoi umanitari – ha sottolineato Russo -. Questo dimostra che c’è una possibilità di far sì che queste situazioni possano essere gestite in modo condiviso e significativo con attenzione all’integrazione. Questi sono i percorsi che funzionano”.

Alla sigla del protocollo, come rappresentante del Viminale, era presente il prossimo prefetto di Roma Gerarda Pantaleone, già Capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. I richiedenti asilo provengono da Etiopia, Niger e Giordania. Si tratta di persone vulnerabili (famiglie con bambini, malati, donne a rischio di tratta), che vivono attualmente in campi profughi e altre sistemazioni precarie, appartenenti per lo più a nazionalità del Corno d’Africa, dell’Africa sub sahariana e anche della Siria.

Dopo il loro arrivo, che avverrà in modo legale e sicuro, i richiedenti asilo verranno accolti in diverse regioni italiane e sarà avviata la loro integrazione, a partire dall’apprendimento della lingua e della scolarizzazione dei minori, secondo un progetto totalmente autofinanziato grazie all’8xmille della Chiesa Cattolica e a una raccolta fondi della Comunità di Sant’Egidio.

Grazie agli stessi promotori, un precedente protocollo per richiedenti asilo provenienti sempre dall’Etiopia, ha già permesso l’ingresso e la progressiva integrazione di 498 profughi, in un centinaio di comuni di 18 regioni italiane, con l’impegno e il coinvolgimento di numerose Diocesi. “Il bello di questo nuovo accordo sui corridoi umanitari – ha spiegato il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo – è che coniuga accoglienza e integrazione, affinché chi necessiti di protezione umanitaria possa avere un futuro nel nostro Paese”.

(di Lorenzo Attianese/ANSA)