Conte vede Mr. Huawei: “Aperti al 5G, ma contro iniziative predatorie”

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, arriva all'aeroporto della capitale cinese.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, arriva all'aeroporto della capitale cinese. (Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

PECHINO. – L’Italia è un “avamposto” sulla Via della Seta, capace di attrarre le immense risorse cinesi ma senza diventare vittima di “iniziative predatorie”. Giuseppe Conte rivendica un ruolo da protagonista, al tavolo del secondo forum sulla Via della Seta. E, come già Theresa May in Gran Bretagna, si smarca dal veto americano sul colosso cinese delle comunicazioni Huawei: “Nessuna discriminazione” a partecipazioni nel campo del 5G, ma il governo si impegna a garantire “standard di sicurezza elevati” contro “iniziative predatorie”.

E’ il primo incontro nell’agenda di Conte a Pechino, per la tre giorni del Belt and Road Forum, quello con l’amministratore delegato di Huawei. Entra in hotel con un cappellino da baseball calzato in testa, Ren Zhengfei, il fondatore del colosso cinese la cui figlia è stata arrestata in Canada su richiesta Usa per presunte violazioni di sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Dopo di lui – ma l’incontro non è confermato – Conte potrebbe aver visto anche i vertici dell’altro colosso cinese, Zte.

Il messaggio, esplicitato in serata dallo stesso Conte, è chiaro: l’Italia non pone veti all’ingresso nel mercato italiano del 5G ma si è dotata di strumenti, a partire dal rafforzamento del golden power, per tutelare i dati sensibili italiani e garantire “non standard minimi ma elevati di sicurezza”. I rischi “predatori” ci sono e non vengono solo dalla Cina, precisa il premier. Ma l’Italia è vigile e attrezzata.

Conte, che è l’unico dei leader del G7 a presenziare al secondo forum organizzato da Xi Jinping sulla Via della Seta (ci sono Putin e Al Sisi, ma Francia e Germania hanno inviato solo delegazioni) rimarca l’accoglienza ricevuta dall’Italia: nella cena ufficiale è al fianco del primo ministro Li Keqiang. Fa notare che sono state accolte nel documento finale dell’evento alcuni passaggi voluti dall’Italia sulla sostenibilità finanziaria e il rispetto dei diritti umani.

E chi dall’Europa critica l’adesione italiana al Memorandum con Pechino, replica puntuto: “La posizione italiana sul 5G è molto più avanzata e molto più prudente” di quella europea, non ci serve “il cappello” di Bruxelles, perché l’Italia è “avamposto nei rapporti con Pechino”: un modello per gli altri Stati Ue. Questa relazione speciale porterà frutti, è convinto il premier.

A Pechino non si segnala la presenza di imprenditori dall’Italia perché il profilo dell’evento è “politico”. Conte lo spiega nell’incontro con la comunità italiana, dove tra gli ospiti si fa notare anche Massimo D’Alema: “Ci aspettiamo delle migliori condizioni di accesso per le nostre imprese. E ci aspettiamo anche maggiori investimenti cinesi in Italia”.

(dell’inviata Serenella Mattera/ANSA)

Lascia un commento