Svolta in Spagna, i popolari aprono all’estrema destra

Spagna: Santiago Abascal (sinistra) e Pablo Casado (destra)
Santiago Abascal e Pablo Casado.

ROMA. – La svolta nello sprint finale verso il voto di domenica in Spagna la detta il leader del Partido popular di centrodestra Pablo Casado che, per la prima volta, apre esplicitamente all’ultradestra di Vox e alla possibilità che questa entri in un ipotetico governo guidato dal Pp dopo le elezioni. Il tentativo estremo di fermare i socialisti di Pedro Sanchez, dati per favoriti da tutti i sondaggi.

In un’intervista rilasciata nelle ultimissime ore di campagna elettorale, Casado sembra superare ogni precedente titubanza, spingendosi più di quanto fatto finora nell’affermare che “Vox o Ciudadanos, che ottengano 10 seggi o 40, avranno l’influenza che vorranno avere per entrare nel governo e per decidere la legislatura”. Un messaggio chiaro, quasi una promessa. Accompagnato però anche da un appello al “voto utile” e compatto, nella speranza di riavvicinare gli scontenti e di convincere gli indecisi.

Casado ha infatti insistito che il Pp è “l’unica alternativa a Sanchez perché è l’unico che può raggiungere accordi e impedire l’impasse” dopo le elezioni. L’unica cosa “responsabile e patriottica” da fare è “votare Pp”, ha detto. Si va anche oltre il ‘caso Andalusia’ quindi, quasi a metabolizzare il cambio di passo storico registrato alle elezioni nella regione lo scorso dicembre, quando per la prima volta dalla dittatura in Spagna e dopo 36 anni ininterrotti di governo socialista, Pp e Ciudadanos hanno conquistato il parlamento locale e poi stipulato un accordo di governo che ha incluso anche Vox.

L’exploit dell’ultradestra guidata da Santiago Abiscal nella regione più popolosa di Spagna fu all’epoca un fulmine a ciel sereno. Poche settimane dopo, il ritorno dell’estrema destra nel parlamento nazionale da cui è assente dal 1982 è ormai dato per scontato. E’ il “rischio reale” che il leader socialista Pedro Sanchez invita a contrastare, anche nell’ultimo appello che, di fatto speculare a quello di Casado, è una chiamata al “voto utile” assieme all’apertura a governare con Podemos.

Anche Sanchez, che dalle urne spera di ottenere il mandato per rimanere alla Moncloa, non può infatti escludere il compromesso a sinistra: “Che Podemos entri nel governo non è un problema”, ha detto in un’intervista a El Pais, segnalando la sua volontà a governare con il partito anti-austerity di Pablo Iglesias, ma lanciando poi a sua volta un appello agli spagnoli affinché esprimano un “voto utile” per contrastare il rischio che possa crescere l’estrema destra visto l’ampio numero di indecisi.

Sanchez ha chiamato alla mobilitazione e chiesto agli spagnoli di andare a votare, sperando in un’affluenza che superi il 70%, una soglia che a suo avviso presuppone un’alta partecipazione dell’elettorato progressista.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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