Striscione fascista: si indaga anche su bande di ultrà

Scritta 'Onore a Mussolini' vicino piazzale Loreto.
Scritta 'Onore a Mussolini' vicino piazzale Loreto. (ANSA)

MILANO. – Non si ferma al numero di identificati, finora 29, e di denunciati, nove in totale, anche se uno allo stato solo per il porto di un manganello, l’inchiesta aperta per il reato di manifestazione fascista sul blitz di alcune decine di ultrà laziali che ieri a due passi da Piazzale Loreto, piazza simbolo della Resistenza milanese e nazionale, hanno esposto uno striscione in onore a Benito Mussolini, gridando più volte il ‘presente’ e facendo saluti romani.

Mentre i numeri, infatti, sono destinati per forza a crescere col passare delle ore, dato che la Digos sta continuando a vagliare le immagini e a raccogliere testimonianze, l’indagine, coordinata dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili della Procura guidata da Francesco Greco, terrà conto, come è stato riferito, di altri episodi di violenza ultrà, anche fisica, tra i quali la ‘guerriglia’ con un morto prima di Inter-Napoli del 26 dicembre scorso.

Gli inquirenti, infatti, stanno valutando anche l’ipotesi di associazione per delinquere per indagare a fondo sulle ‘bande’ di ultrà. La Digos, intanto, ha portato in Questura nelle ultime ore per l’identificazione 28 tifosi, tanti giovanissimi, mentre uno dei capi degli ‘Irriducibili’ della curva laziale, Claudio Corbolotti, 53 anni, già arrestato nel 2004 per degli scontri fuori dall’Olimpico e con un passato anche nella segreteria dell’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno, è stato riconosciuto grazie ad un video. Sarebbe lui l’uomo che di fronte allo striscione con su scritto ‘Onore a Benito Mussolini’ ha chiamato il “presente” al drappello di ultrà.

Oltre a lui, sono già stati denunciati dalla Digos altri sette tifosi laziali per “manifestazione fascista” (i loro nomi, dunque, finiranno a breve nel registro degli indagati), mentre un ultrà interista (ne sono stati identificati altri due, anche perché le tifoserie sono gemellate), è stato denunciato per il possesso di un manganello telescopico. Alcuni passanti, tra l’altro, hanno aiutato gli investigatori fornendo i numeri di targa di alcune macchine con cui i neofascisti si sono dileguati.

Gli inquirenti, intanto, attendono un’informativa della Digos e hanno intenzione anche di valutare in un quadro complessivo diversi episodi, accaduti nell’ultimo periodo, di commistione tra tifo da stadio, messaggi pseudo-politici e violenza per verificare anche se possano essere contestate, come detto, ipotesi di associazione per delinquere finalizzata, ad esempio, alla rissa ma anche alle manifestazioni fasciste.

L’ultimo fatto avvenuto è la rissa tra ultrà interisti (con loro anche tifosi del Varese e del Nizza, gemellati) e napoletani in via Novara, a circa due chilometri da San Siro, a Santo Stefano, nella quale è morto Daniele Belardinelli. E’ ancora aperta un’indagine con al centro il reato di rissa aggravata che vede una trentina di indagati in tutto, mentre alcuni capi curva interisti, come Nino Ciccarelli, sono stati già condannati con rito abbreviato.

Nel filone per la morte dell’ultrà del Varese, invece, si indaga per omicidio volontario per individuare gli ultrà napoletani che in auto lo hanno travolto e ucciso. La Digos, poi, in questi mesi ha già raccolto gli esiti di alcuni accertamenti su gruppi organizzati di tifosi violenti, utili per il filone sull’associazione a delinquere, ma gli inquirenti monitorano con attenzione anche l’attività di proselitismo che i capi curva spesso fanno su ultrà giovanissimi per spingerli anche ad azioni violente.

(di Igor Greganti/ANSA)

 

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