Pelosi esclude l’impeachment di Trump. L’ora di Biden

Russiagate: Nancy Pelosi con il martello di lego di speaker della Camera. Trump
In una foto d'archivio Nancy Pelosi, l'italoamericana quando fu rieletta speaker della Camera

WASHINGTON. – Continuare ad indagare su Donald Trump a livello parlamentare ma nessun piano immediato per il suo impeachment: la speaker della Camera, Nancy Pelosi, prova a dettare la linea dei dem dopo la pubblicazione del rapporto del procuratore speciale del Russiagate Robert Mueller, che assolve il tycoon dall’ipotesi di collusione con i russi nella campagna presidenziale ma identifica 10 episodi di potenziale ostruzione della giustizia.

“Incriminabile o meno, è chiaro che il presidente, come minimo, ha avuto un comportamento altamente immorale e spregiudicato che non onora la sua carica”, ha premesso la Pelosi. “I democratici alla Camera hanno visioni diverse su come procedere dopo il rapporto di Mueller ma tutti concordano sulla necessità di arrivare alla verità sul comportamento di Donald Trump”, ha proseguito, indicando un compromesso: “E’ importante sapere che i fatti di cui chiedere conto al presidente possono essere acquisiti al di fuori delle procedure per l’impeachment”.

Ossia proseguendo le inchieste parlamentari, che stanno incalzando il presidente su vari fronti, dalla sua situazione fiscale e finanziaria a quella sulla possibile ostruzione della giustizia, con la convocazione al Congresso di un teste chiave del rapporto Mueller come l’ex avvocato della Casa Bianca Donald McGahn.

La Pelosi e gran parte dei dem restano convinti che l’impeachment sarebbe inefficace e rischioso, perché la maggioranza repubblicana al Senato lo boccerebbe e la base di Trump si mobiliterebbe di più. Il partito resta però diviso, con l’ala più liberal a favore, dalla deputata Alexandria Ocasio-Cortez alle senatrici Elizabeth Warren e Kamala Harris, entrambe in corsa per la Casa Bianca.

Ma i dem sembrano divisi su molti altri temi, come emerso nel primo confronto organizzato dalla Cnn tra cinque dei 19 candidati: dal diritto di voto ai condannati (sostenuto da Bernie Sanders) alla gratuità della sanità e dell’università. E da giovedì i concorrenti dem saliranno a 20, con il previsto annuncio della discesa in campo di Joe Biden, rimasta l’unica incertezza di queste prime fasi della campagna.

L’ex vice presidente, che conta sul sostegno dei sindacati, diventerebbe il front runner insieme a Sanders, come indicano i sondaggi e come prevede lo stesso Trump, in una sfida che sarebbe ridotta a tre anziani uomini bianchi nonostante le ultime elezioni di Midterm abbiano premiato le donne, i giovani e le minoranze.

Dalla sua parte Biden ha un’ampia popolarità e una lunga esperienza. Contro l’età (con i suoi 76 anni sarebbe il candidato più vecchio) e le recenti accuse di comportamento inappropriato per i suoi approcci troppo ‘fisici’ con le donne, che potrebbero costargli un effetto #Metoo. Da vedere poi se il suo profilo moderato riuscirà a sfondare in una base dem che pende a sinistra.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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