Imamoglu diventa sindaco di Istanbul, ma Erdogan non molla

ISTANBUL. – A 17 giorni dal voto, Ekrem Imamoglu diventa ufficialmente sindaco di Istanbul. Dopo uno stillicidio di riconteggi di centinaia di migliaia di schede nulle o contestate, il candidato dell’opposizione Chp è stato confermato vincitore delle elezioni amministrative che hanno visto incrinarsi il consenso dell’Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan, sconfitto anche nella capitale Ankara.

Ma il braccio di ferro giudiziario non è ancora finito. Anche se assumerà le funzioni di primo cittadino, sul futuro di Imamoglu alla guida delle megalopoli sul Bosforo pende ancora la spada di Damocle del “ricorso straordinario” dell’Akp per una ripetizione del voto. La consegna del certificato di elezione da parte della Commissione elettorale locale era infatti un pre-requisito per la valutazione dell’appello sul ritorno alle urne da parte della Commissione suprema. Una decisione è attesa nel giro di qualche giorno.

Ma intanto l’Akp, che si era opposto anche all’attribuzione del mandato in attesa del ricorso, promette anche esposti alla magistratura contro le presunte “irregolarità organizzate” nelle urne. Dopo la consegna dell’atteso certificato nel palazzo di giustizia di Caglayan, nel pomeriggio i sostenitori di Imamoglu si sono radunati in massa davanti alla sede del Comune nello storico quartiere di Fatih per assistere al passaggio di consegne.

Dal tetto di un autobus circondato dalla folla, il neo-sindaco ha inaugurato la sua svolta nella gestione amministrativa. “Siamo consapevoli della nostra responsabilità. Conosciamo i bisogni di questa città e inizieremo subito a servirla”, ha detto Imamoglu. Al termine del riconteggio delle schede, è risultato vincitore per 13.729 preferenze sull’ex premier Binali Yildirim, in calo rispetto alle 22 mila iniziali.

Sulla strada che conduce l’opposizione a riprendersi dopo un quarto di secolo la città più importante – dove vive un turco su cinque e si produce un terzo del Pil nazionale – resta l’ultima incognita. La data per un eventuale ritorno alle urne è fissata al 2 giugno. Ma dopo quasi tre settimane di polemiche sarebbe uno shock per tutto il Paese, con rischi di manifestazioni di piazza. Una situazione cui guardano con preoccupazione anche i mercati: dal voto del 31 marzo, la lira turca ha continuato a perdere valore e i dati economici sono peggiorati ancora.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

 

 

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