Zelensky attacca Putin: “Ci ridia il Donbass e la Crimea”

Carri armati russi verso la Crimea. Zelensky
Carri armati russi verso la Crimea. (Archivio)

MOSCA. – Ora che la corsa si è fatta a due, le strategie cambiano e i candidati si adattano. L’obiettivo ora è spartirsi l’elettorato che ha votato per gli altri, ovvero ben 39 nomi, per quanto solo cinque o sei abbiano collezionato percentuali apprezzabili. E dunque il grande favorito, Vladimir Zelensky, archivia i toni concilianti usati sino adesso verso la Russia e attacca Vladimir Putin: non solo, dice, vanno resi all’Ucraina i territori occupati “del Donbass e della Crimea” ma dovranno essere pagati anche lauti “risarcimenti” alle popolazioni.

Il cambio di passo rispetto alla vigilia, quando il comico si era detto disposto a trattare senza alcuna precondizione pur di mettere fine alla guerra, è notevole. L’elettorato di Poroshenko è d’altra parte giudicato dagli analisti come il più patriottico e il meno incline al compromesso. Tocca dunque rafforzare i toni in vista dei dibattiti tv ai quali Zelensky ha assicurato di non volersi sottrarre: “Sono una persona aperta”.

Qui il presidente in carica giocherà senz’altro la carta del commander-in-chief facendo pesare la totale inesperienza del comico (sul modello la guerra non è un cabaret). Lo staff di Poroshenko ha già innestato la quinta marcia e ha esortato tutti i candidati – certo Zelensky ma anche e soprattutto la grande esclusa Yulia Timoshenko – a “mantenere la calma” quando al ballottaggio prevarrà il presidente in carica.

Già, Timoshenko. Dopo aver liquidato gli exit poll come “comprati” è arrivato il momento dell’attesa, dato che gli scrutini sono ancora in corso. E stando ad alcuni esperti il momento della vendetta potrebbe arrivare solo nel caso in cui Poroshenko davvero dovesse prevalere, avendo buon gioco dunque a gridare al complotto. Intanto l’Osce ha definito le elezioni come “libere e competitive” sintetizzando il giudizio delle missioni internazionali di monitoraggio, cosa che dovrebbe calmare gli animi.

Zelensky, stando ai sondaggi precedenti al primo turno, dovrebbe prevalere anche contro Poroshenko, ma da qui al voto del 21 aprile si apre un’altra campagna elettorale. Gli analisti, sempre loro, ritengono che l’elettorato di Timoshenko “per buona parte” dovrebbe riversarsi sul comico poiché di fatto “incompatibile” con Poroshenko. E già c’è chi sostiene che, in caso di vittoria, Zelensky darebbe l’incarico di guidare il governo proprio a Yulia. Un’ipotesi subito smentita da Dmitry Razumkov, portavoce del paladino anti-establishment: “Nessun accordo sottobanco”.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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