Sì Colle a Commissione banche, ma tanti dubbi e paletti

Legittima difesa: Il presidente Sergio Mattarella nel suo studio al Quirinale mentre scrive. Banche
Il presidente Sergio Mattarella nel suo studio al Quirinale mentre scrive. (Ufficio Stampa Quirinale)

ROMA. – Il Quirinale promulga a fatica la legge che istituisce la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche. Per questo Sergio Mattarella ha accompagnato il via libera al provvedimento con una durissima e articolate lettera ai presidenti delle Camere. Missiva che impegna Roberto Fico e Elisabetta Casellati a vigilare “con attenzione” affinché l’organismo non debordi sconfinando in attività incostituzionali.

Il presidente della Repubblica in sostanza, dopo un’accuratissima riflessione, dettaglia le criticità delle quali il provvedimento è potenzialmente portatore e pianta una serie di paletti invalicabili. Primo fra tutti i rischi sull’erogazione del credito e sull’indipendenza di una serie di istituzioni che vanno da Bankitalia alla Bce, dalla Consob all’Ivass.

Avvertimenti che vengono accolti dal plauso del Pd e nel quasi totale silenzio della maggioranza, all’interno della quale però sono i cinque stelle a farsi sentire: avremo senso dello Stato ma la Commissione deve operare il prima possibile senza fare sconti, è il refrain all’interno del Movimento. Dove già si conferma la volontà di dare la presidenza della Commissione a Gianluigi Paragone. Non certo uno dei profili più moderati della maggioranza.

La Lega non si espone considerando prematura ogni decisione. Anche perché i tempi della composizione della Commissione d’inchiesta potrebbero essere lunghi visto che ogni gruppo parlamentare deve indicare autonomamente i propri membri. Ma cosa preoccupa così tanto il presidente della Repubblica? Praticamente tutto.

Vediamo alcuni di questi paletti:

1) CREDITO – “Non è in alcun modo in discussione il potere del Parlamento di istituire commissioni di inchiesta ma non può passare inosservato che questa volta viene previsto che la Commissione possa “analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento”, scrive Mattarella. Ed aggiunge: “Queste indicazioni, così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia”.

2) RISCHI COSTITUZIONALI – Ecco il primo rilievo costituzionale evidenziato dai tecnici del Quirinale: “L’eventualità che soggetti, partecipi dell’alta funzione parlamentare ma pur sempre portatori di interessi politici, possano, anche involontariamente, condizionare, direttamente o indirettamente, le banche nell’esercizio del credito, nell’erogazione di finanziamenti o di mutui e le società per quanto riguarda le scelte di investimento si colloca decisamente al di fuori dei criteri della Costituzione”.

3) AUTONOMIA E INDIPENDENZA – Andando al cuore del problema che sta a cuore al Presidente, cioè l’assoluta autonomia della Banca d’Italiao, la lettera è molto chiara: “occorre evitare il rischio che il ruolo della Commissione finisca con il sovrapporsi – quasi che si trattasse di un organismo ad esse sopra ordinato – all’esercizio dei compiti propri di Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, Banca Centrale Europea. Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, sancito, da norme dell’ordinamento italiano e da disposizioni dell’Unione Europea”.

4) INGERENZE GOVERNO – Ma non basta. “Ricordo che né le banche centrali né la Bce possono sollecitare o accettare istruzioni dai governi o da qualsiasi altro organismo degli Stati membri”.

5) INCHIESTE MAGISTRATURA – Infine un paletto viene piantato a difesa dell’autonomia della magistratura: “Il principio di non interferenza e quello di leale collaborazione vanno affermati anche nei rapporti tra inchiesta parlamentare e inchiesta giudiziaria” perché “l’inchiesta parlamentare non deve influire sul normale corso della giustizia ed è precluso all’organo parlamentare l’accertamento delle modalità di esercizio della funzione giurisdizionale e le relative responsabilità”.

Ora il tutto è, nero su bianco, agli atti di un percorso che deve ancora iniziare. Le incognite viste dal Colle sono tante.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)

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