Inps: quasi diciotto milioni di pensioni, il 70% sotto i 1.000 euro

In una foto d'archivio un ufficio dell'Inps per le pensioni.
Un ufficio dell'Inps.

ROMA. – Quasi 18 milioni di trattamenti pensionistici, esclusi quelli delle gestioni pubbliche, per oltre il 70% inferiori a mille euro per un importo complessivo di 204,3 miliardi di euro: l’Inps nel suo Osservatorio sulle pensioni ha scattato una fotografia sulle pensioni vigenti all’inizio del 2019 dalla quale emerge che ci sono 12,6 milioni di assegni inferiori a 1.000 euro al mese, dato però che tiene conto dei singoli trattamenti e non dell’assegno complessivo medio che ricevono i pensionati che spesso sono titolari di più pensioni.

Le pensioni previdenziali sono erogate soprattutto al Nord mentre al Sud prevalgono quelle assistenziali rispetto al resto del territorio. Su 17,8 milioni di pensioni quasi quattro milioni sono trattamenti assistenziali (assegni sociali, pensioni agli invalidi civili, indennità di accompagnamento) e tra questi quali la metà (il 47,7%) è erogato in Regioni del Sud e nelle Isole.

I dati arrivano proprio mentre si riaccende il nodo pensioni sul fronte sindacale. Cgil, Cisl e Uil alla vigilia dei primi pensionamenti con la cosiddetta Quota 100 (da lunedì prossimo, 1 aprile per i lavoratori privati) hanno sottolineato in una nota congiunta che la misura deve essere solo “l’inizio di un percorso più ampio” e hanno chiesto al Governo di avviare un confronto per arrivare a una riforma del sistema che consenta tra le altre cose anche il pensionamento una volta raggiunti i 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.

Se tra le pensioni assistenziali si guarda solo agli invalidi civili gli assegni vigenti sono 3,14 milioni con una netta prevalenza nel Sud (1,4 milioni) rispetto al Centro (651.418) e il Nord (1.056.867). Il dato è più chiaro se si guarda al numero delle prestazioni su 1000 residenti con 69,5 prestazioni ogni mille al Sud e 38,1 al Nord (52 nella media italiana). Andamento capovolto se si guarda alle pensioni di vecchiaia con 187,7 assegni ogni 1.000 residenti al Nord e appena 100,7 al Sud (149,4 in Italia) dove è più basso il tasso di occupazione e quindi di pensionamento previdenziale.

Nel Nord si erogano la maggioranza delle pensioni complessive (8,55 milioni a fronte di 3,2 milioni nel Centro e 5,47 nel Sud) con 308,2 prestazioni ogni 1.000 abitanti a fronte delle 265,4 ogni mille abitanti del Sud. Oltre la metà degli assegni sociali (456.167 su 818.776), le prestazioni erogate agli anziani in situazione di bisogno, sono erogate al Sud (il 55,7% del totale) mentre nel Nord ne arrivano meno di un quarto (il 24,6%).

Nel 2018 sono state liquidate 1.135.294 nuove pensioni, la metà delle quali (567.934) di natura assistenziale. Oltre 326.000 pensioni sono state liquidate a dipendenti privati mentre 225.065 sono state liquidate a lavoratori autonomi. Altre 16.115 sono state liquidate in altre gestioni. Nel 2018 sono state liquidate con l’anzianità oltre 167.000 pensioni mentre 137.000 sono state liquidate per vecchiaia.

Le donne anche a causa dell’adeguamento nell’anno all’età di vecchiaia degli uomini (a 66 anni e sette mesi) hanno avuto solo 32.870 pensioni liquidate per la vecchiaia e 45.376 con l’anticipata avendo raggiunto l’anno scorso 41 anni e 10 mesi di contributi. Se si guarda alle pensioni previdenziali vigenti all’inizio del 2019, sempre senza considerare le pensioni della gestione pubblica, ci sono 9,2 milioni di pensioni di vecchiaia (4,4 milioni delle quali anticipate), 914.419 assegni di invalidità previdenziale e oltre 3,688 milioni di pensioni ai superstiti.

Proprio su queste ultime (30,4 miliardi il costo escluse quelle dei pubblici) nei mesi scorsi si è acceso un faro dell’Ocse perché avvantaggerebbero le coppie rispetto ai single e disincentiverebbero il lavoro.

(di Alessia Tagliacozzo/ANSA)