Presidente Ice presenta piano Made in Italy da 140 milioni di euro

Logo nella sede dell'Ice.
Logo nella sede dell'Ice.

NEW YORK. – Iniziative importanti nel campo dell’e-commerce e dell’utilizzo delle tecnologie digitali, conferma del focus sulle esportazioni. Il nuovo presidente dell’Ice Carlo Maria Ferro, in questi giorni in visita a New York in accompagnamento alla missione del vice premier Luigi Di Maio, parla in un’intervista all’ANSA del Piano per la promozione del Made in Italy 2019, la cui attuazione spetta all’Agenzia Ice, che prevede risorse per 140 milioni di euro.

“E’ un importo estremamente importante, di cui circa 30 milioni saranno dedicati al mercato Usa per accompagnare iniziative di promozione dei prodotti italiani nella grande distribuzione organizzata”, afferma Ferro. Ci sono novità come il Global Startup Program, con cui “porteremo le Startup italiane a fare esperienze in ecosistemi di innovazione internazionale in diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti”.

“Le iniziative che l’Ice ha svolto con la grande distribuzione negli ultimi quattro anni hanno avuto in totale un investimento di circa 30 milioni e un moltiplicatore di 13 volte”, spiega, ribadendo “l’importanza che le imprese esportino di piu’, oltre ad allargare i mercati e aumentare il numero delle aziende che esportano”. “In Italia ci sono 403 mila piccole imprese e meno della meta’ sono esportatori sistematici, vogliamo che questo numero cresca”.

Per Ferro è necessario continuare ad “assicurare che le esportazioni aumentino in modo significativamente piu’ veloce rispetto al Pil nazionale”. Ma è anche importante l’innovazione del prodotto: “è preoccupante – dice – che l’Italia sia la seconda economia manifatturiera in Europa dopo la Germania, ma investa in ricerca e sviluppo l’1,3% del fatturato delle imprese, e la Germania il 3%”.

E vuole che l’agenzia si riorienti con nuove aree di servizio alle aziende: “ci sono iniziative importanti nel campo dell’e-commerce e dell’utilizzo delle tecnologie digitali per la tracciabilità del prodotto”. Per quanto riguarda l’intesa con Pechino, invece, secondo Ferro il valore aggiunto è la capacità di posizionarsi meglio e catturare le opportunità del mercato cinese. “E’ più facile crescere cogliendo nuova domanda piuttosto che sottraendo quote di mercato ad altri attori”, chiosa, sottolineando che ad oggi l’Italia non coglie appieno queste capacità di interscambio.

(di Valeria Robecco/ANSA)