Accordo +Europa e Pizzarotti per le Europee, l’ira dei Verdi

Federico Pizzarotti, alle sue spalle il simbolo di Italia in Comune. Europee
Federico Pizzarotti, alle sue spalle il simbolo di Italia in Comune

ROMA. – Comincia a prendere corpo la griglia di partenza delle liste di centrosinistra alle europee: a fianco della lista Pd-Siamo europei, aperta anche a Mdp, ci sarà la lista di +Europa e Italia in Comune, il movimento di Federico Pizzarotti e Alessio Pascucci, annunciata dai due partiti; una decisione che ha fatto infuriare i Verdi, che solo poche settimane fa avevano raggiunto una intesa con Italia in Comune.

Intanto la decisione di Mdp di astenersi sul decretone del governo, ha suscitato nuovi mal di pancia non solo nell’area Giachetti, contraria all’apertura ai fuoriusciti, ma anche in quella Lotti-Guerini, che pure martedì aveva appoggiato il segretario Zingaretti in questa apertura. In una conferenza stampa Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, nonché Pizzarotti e Pascucci hanno annunciato l’accordo elettorale (il simbolo verrà presentato il 7 aprile a Firenze) per ora relativo alle europee, e ad alcune amministrative, ma potrebbe avere in futuro uno sviluppo per le politiche, visto che il segretario Dem Zingaretti ha detto martedì che occorre favorire (“innaffiare” la metafora botanica) la nascita di un soggetto che raccolga il voto liberaldemocratico.

Uno spostamento “al centro” di Italia in Comune che ha spiazzato i Verdi, che con i loro dirigenti hanno criticato il “tradimento” di Pizzarotti e per i quali è ora più complicato superare la soglia del 4% e raccogliere le firme per presentare le liste; onere che invece non tocca a +Europa e Italia in Comune, dato che hanno un deputato (Alessandro Fusacchia) eletto nella Circoscrizione Estera. Ad allontanare poi Verdi e Movimento di Pizzarotti è la questione della Tav e di altre opere, alle quali i primi si oppongono, mentre i secondi le sostengono con convinzione

In casa Pd Paolo Gentiloni ha annunciato che al Nord verranno candidati come capilista Giuliano Pisapia (probabilmente Nord Ovest) e Carlo Calenda (Nord Est), due candidature che evocano il tipo di apertura dei Dem che Zingaretti vuole proporre agli elettori, con un arco di proposta che va dall’area progressista a quella liberal, che potrebbe far concorrenza proprio a +Europa e Italia in Comune.

“La soglia del 4% puntiamo a superarla alla grande – ha detto Pascucci – non miriamo solo ad alzare le nostre bandiere”. L’apertura a Mdp, passata martedì in Direzione con la sola astensione dell’area Giachetti e il sì delle altre minoranze, ha oggi subito un passaggio critico. In Senato il gruppo di Leu (a cui appartiene Mdp) si è astenuto su Decretone del governo con Quota 100 e il Reddito di cittadinanza, mentre il Pd ha votato contro.

“La distanza politica tra Pd e Leu – ha detto Dario Parrini, esplicitando il malumore dell’area Lotti-Guerini – non è questione personalistica. E’ problema di merito. La loro astensione sul reddito di cittadinanza si colloca lontano mille miglia dal giustissimo voto contrario del Pd. Su questo nessuno può mettere la testa sotto la sabbia”. E Giachetti ha ribadito la contrarietà alla candidatura alle europee di esponenti di Mdp, che sarebbero “il cavallo di Troia” per il rientro “di coloro che hanno lavorato a far perdere il Pd alle politiche”.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)