Notte di paura, cavo reciso scatena incendio sulle alture di Genova

Una foto tratta dal profilo Twitter di Giovanni Toti mostra l'incendio che si è sviluppato a Cogoleto.
Una foto tratta dal profilo Twitter di Giovanni Toti mostra l'incendio che si è sviluppato a Cogoleto.

GENOVA. – E’ stato con tutta probabilità un cavo elettrico tranciato nella caduta di un traliccio a innescare un grande incendio del piccolo comune di Cogoleto, a ponente della città metropolitana di Genova sconvolto dal rogo che ha percorso a macchia di leopardo un’area di 100 ettari. 47 le persone sfollate, due case distrutte, chiusa l’A10 per ore, scuole chiuse, qualche intossicato lieve e tanto panico nella lunga notte che ha impegnato squadre dei vigili del fuoco da tutta la Liguria e da Pavia, Massa e Piacenza e, con le prime luci, due canadair e un elicottero.

Solo nella tarda mattinata i vigili del fuoco e i volontari dell’Aib hanno avuto ragione delle fiamme che hanno divorato bosco, magazzini, aziende e le due case prima di cedere sotto le scariche d’acqua dei canadair. “La stima dei danni temo non sarà leggera” ha detto il governatore Giovanni Toti che con l’assessore alla protezione civile Giacomo Giampedrone ha fatto un primo sopralluogo.

“Dopo tutto quello che è successo certe sfortune non ce le meritavamo – ha aggiunto Giampedrone -. Ringraziando ancora una volta la macchina della protezione civile regionale, faremo volentieri a meno di essere sempre in campo”. Entrambi hanno sottolineato che la Regione è pronta a chiedere lo stato di calamità regionale per provvedere alle necessità dei due nuclei familiari che hanno perso casa e degli imprenditori che hanno perso l’azienda. Uno di questi, Francesco Lumachi, è disperato: “ho perso tutto. Non so come faremo”.

I carabinieri della Forestale intanto sentono un testimone che afferma di aver visto cadere un palo della luce sotto i colpi del forte vento che la notte scorsa ha raggiunto i 143 km/h. E le indagini partono da lì, indagini che portano l’Arma a ipotizzare di aver trovato il punto di fuoco: un cavo tranciato che, fiammando, avrebbe fatto da innesco all’incendio grazie al vento forte e alla vegetazione resa secca dalla siccità. La bonifica sull’area devastata dalle fiamme è lunga: ma i vigili del fuoco sanno che devono metterla in sicurezza prima della notte. Se il vento dovesse rinforzare, un focolaio dimenticato farebbe ricominciare tutto da capo.

Mentre si lavora sulle alture di Cogoleto, altri roghi s’accendono e vengono prontamente spenti dai vigili del fuoco e dai volontari in Liguria: a Rezzoaglio, in Val d’Aveto, il secondo in due giorni. A Stellanello, nel savonese, 800 metri quadrati di bosco andati in fumo e sul Monte Zatta, a Mezzanego, alle spalle di Genova. Ma anche a Celle Ligure (Savona) e sulle colline dietro Savona.

Nel cielo reso terso dal forte vento della notte i canadair fanno la spola con il mare vicino, corse contro il tempo intervallate dal volo dell’elicottero antincendio della Regione. In serata l’emergenza sembra terminare in Liguria, con la speranza che se il vento dovesse riprendere vigore non ci siano focolai rimasti nascosti a alimentare altre fiamme.

Ma gli incendi non hanno lasciato in pace nemmeno il Piemonte: un vasto rogo ha devastato il parco naturale del Sacro Monte di Belmonte, tra Valperga e Pertusio, nel Torinese. Cinque famiglie sono state sfollate. Incendio anche in Toscana, questo probabilmente doloso: bruciata la pineta di Avaglio, frazione di Marliana, a Pistoia. E in serata tocca al Friuli: un incendio nella provincia di Pordenone. E’ l’ennesimo rogo, il quarto negli ultimi tre giorni.

(di Chiara Carenini/ANSA)

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