LORETO (ANCONA). – Il cuore della visita di papa Francesco a Loreto era oggi la firma dell’esortazione apostolica dedicata ai giovani, la “Christus vivit” (Cristo vive) frutto del Sinodo svoltosi in ottobre, che sarà pubblicata martedì 2 aprile. Ma in un momento in cui i temi della famiglia sono di nuovo balzati al centro del confronto politico, Bergoglio non manca di spezzare una lancia a favore del nucleo tradizionale uomo-donna, cui assegna una missione “essenziale” e un valore “insostituibile” per la vita e la società.
“Nella delicata situazione del mondo odierno, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali”, scandisce Francesco nel suo discorso ai fedeli sul sagrato della Basilica della Santa Casa. “È necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società”, aggiunge dopo aver rilevato che “la Casa di Maria è anche la casa della famiglia”.
Nella nona visita di Pontefice nella città mariana negli ultimi decenni – dopo Giovanni XXIII il 4 ottobre 1962 per dedicare alla Vergine gli esiti del Concilio, dopo le cinque volte di Giovanni Paolo II e le due di Benedetto XVI, l’ultima nel 2012 a 50 anni esatti dalla storica visita di Roncalli -, Francesco si raccoglie lungamente in preghiera tra le umili mura della Santa Casa, che la tradizione vuole essere quella della Sacra famiglia di Nazareth, e vi celebra la messa, primo Papa a farlo 162 anni dopo Pio IX nel lontano 1857.
Quindi firma l’esortazione post-sinodale proprio ai piedi della venerata immagine della “Madonna nera”, incontra i frati cappuccini e le monache di clausura in sagrestia, i malati in basilica e poi i circa 10 mila fedeli festanti nella piazza e lungo le vie della cittadina marchigiana, che percorre in ‘papamobile’ elettrica.
“La Santa Casa è la casa dei giovani, perché qui la Vergine Maria, la giovane piena di grazia, continua a parlare alle nuove generazioni, accompagnando ciascuno nella ricerca della propria vocazione”, afferma davanti all'”insigne santuario tanto caro al popolo italiano”. Per questo, proprio nella solennità dell’Annunciazione, “ho voluto firmare qui l’Esortazione apostolica frutto del Sinodo dedicato ai giovani”.
Francesco guarda a Loreto “come a un luogo privilegiato dove i giovani possono venire alla ricerca della propria vocazione, alla scuola di Maria! Un polo spirituale a servizio della pastorale vocazionale”. E la notizia è anche il suo annuncio di rilanciare il Centro ‘Giovanni Paolo II’ della spianata di Montorso, voluto da Wojtyla, “a servizio della Chiesa in Italia e a livello internazionale, in continuità con le indicazioni emerse dal Sinodo”.
Chiede inoltre ai Cappuccini, custodi della basilica, che loda per il loro costante impegno al confessionale, di tenere aperto il Santuario anche nelle ore serali e “l’inizio della notte”, specie quando “ci sono gruppi di giovani che vengono a pregare e a discernere la loro vocazione”.
All’Angelus, prima che le campane di Loreto e delle Marche suonino a festa, il Papa affida ai fedeli “una missione in questo nostro tempo: portare il Vangelo della pace e della vita ai nostri contemporanei spesso distratti, presi dagli interessi terreni o immersi in un clima di aridità spirituale”, percorrere quindi “il cammino della pace e della fraternità fondate sull’accoglienza e sul perdono, sul rispetto dell’altro”.
Di un piccolo, ma significativo, ‘fuori programma’, Bergoglio è protagonista durante il volo in elicottero da Roma per Loreto, quando sorvolando a bassa quota Amandola (Fermo), uno dei centri duramente colpiti dal sisma del 2016, saluta la popolazione e le scolaresche riunite al suo passaggio nel campo sportivo. E in piazza a Loreto, gli ricorda poi l’arcivescovo prelato mons. Fabio Dal Cin nel suo saluto, ci sono anche le famiglie “segnate dal terremoto che attendono di tornare nella propria casa”.
(di Fausto Gasparroni/ANSA)